Tempi di cambiamento si prospettano all’orizzonte. Sì, ancora! Siamo solo all’inizio, sulla punta di questo iceberg che si sta sciogliendo grazie al surriscaldamento globale ma che, proprio per questa sua variazione di stato, ci obbliga o a bere o ad affogare. O anche a remare in mezzo ai ghiacci muniti di un grandissimo spirito di adattamento. Ecco, l’adattamento è quello che i tempi attuali richiedono per poter sopravvivere, nella vita, così come nel mondo del lavoro. Siamo di fronte ad una quarta rivoluzione e, un po’ come quando dai campi ci siamo spostati in città per far fronte a quella industriale, adesso siamo chiamati a spostarci in un’altra dimensione: quella delle nuove professioni…dai nomi incomprensibili! I nomi sono ovviamente inglesi e fanno riferimento a mestieri legati alla tecnologia, alla robotica, e all’intelligenza artificiale, ma anche al benessere e alla crescita spirituale. Quasi tutti sono manager o ambassador di qualcosa, pure il macellaio è diventato il ciccia-mbassador e in tutti i casi, al primo ascolto della professione, la faccia si trasforma in punto interrogativo e la domanda sorge spontanea “Sì, in pratica cosa fai?“.
Vedo mamme, nonne e zie che alle cene di famiglia non riescono proprio a capire che lavoro fanno i nipoti…che a volte non lo sanno manco loro!!! Povere mamme! Visto che la tendenza è alla complicazione e all’uso di parole incomprensibili anche per il mestiere più semplice, ecco che ci penso io a semplificare. Che di casini e misunderstanding ce ne sono pure troppi. In ordine sparso, ecco apparire nell’orizzonte professionale…
Train Manager: lo so che ogni volta che sulle Frecce sentite questa parola e pensate “ma non potrebbero semplicemente dire capotreno?“. Beh, io lo penso ogni santa volta!!!
Community Manager: non è il dirigente di comunità di ex-alcolisti, bensì gestisce ed amministra le comunità virtuali, online. Un po’ come un’amministratore di condominio, però su internet!
Digital Strategist: qualcuno che si occupa di strategie nel mondo digitale. Perché per aggirare l’algoritmo di Instagram e per fregare Google servono dei piani fatti a modino! 😉
Business Analyst: le analisi del sangue del progetto di lavoro. Non si va con trigliceridi e glicemia, ma con numeri, previsioni, budget (che poi sarebbero i soldi messi a disposizione per una determinata cosa) e complicati fogli excel con ipotesi di rientri economici. Insomma, roba di numeri che solo a pensarci già mi fanno paura. Ma sono quanto mai utili! Anche il Business Strategist, migliore amico dell’Analyst, sembra vada di moda un botto!
Social Media Manager: un essere devoto che sacrifica le sue giornate sui social network in maniera strategica e con un calendario editoriale. Mica cazzeggia! Se la mena tra app per foto-ritocco, quelle per fare le griglie a modino, crea connessioni e inventa l’impossibile per far crescere il numero di seguaci ed interazioni sul profilo dei suoi vari clienti. “Quindi? Sta su Feisbukk?” – “Vabbè, mamma, te lo spiego un’altra volta!”
E-reputation manager: un esperto della gestione della reputazione online di un marchio o di una persona. Se qualcuno parla male di te o se fai una cazzata che intacca la tua reputazione in rete, lui fa sparire le tracce o fa da pacere. Un ripara-cazzate digitali!!!
Coaching: nella vita non si finisce mai di imparare. Motivo per cui c’è bisogno chi non smetta mai di insegnare. Il coach è un misto tra professore e allenatore, più simile a qualcuno che ti motiva mentre ti dà due dritte che proprio ad un insegnante vero e proprio. Di questa figura ne esistono diverse varianti: dal Life Coach, che t’insegna a vivere (roba che se fossi in grado di fare questa cosa mi farei pagare assai) caso mai ce ne fosse bisogno, al Digital Coach, che ti allena su come affrontare la vita digitale (che sembra facile, ma può diventare peggio della vita reale), fino al Personal Branding Coach, ovvero colui/colei che ti insegna come vendere te stesso, pensando alla tua persona come se fosse un marchio. “Azz! Un tempo per venderti bastava uscire in mezzo alla via con la gonna corta!” – “Mammaaaaaa“! Nel frattempo “il coach” ha deciso che si farà chiamare allenatore, perché c’è troppa gente che usa questo appellativo!!!
Content Creator: un generatore di contenuti, di solito per quello che riguarda il mondo digitale. Si occupano di immagine, scrittura, fotografia, elaborando diversi formati a seconda dell’input iniziale fornito dal cliente. “Quindi?” – “Creativi, mamma. Quelli che non fanno una sega tutto il giorno“! (si scherza eh, bimbi, che qui son creativa pure io :P)
Care Giver: chi si occupa di accudire gli anziani. Sì, lo so, una volta si chiamavano badanti. Mo’ si sono evolute pure loro!
Food&Beverage Manager: nei ristoranti una volta c’erano i cuochi, che facevano tutto, dal menù alla spesa fino alla pulizia della cucina. Adesso ci sono gli chef, che fanno dei gran meeting con il F&B Manager per decidere che cosa farti da magnà. Danno la linea al ristorante o al locale. Insomma, si aggiungono passaggi, ma alla fine ti danno sempre da mangiare!
Personal Shopper: una persona che ti aiuta a fare shopping. Sì, perché nel caso tu avessi problemi con lo specchio e avessi dubbi su cosa ti sta bene e cosa no, ecco che arriva un angelo esperto di moda pronto a farti spendere soldi in giro. Una bella comodità anche in caso di pigrizia e poca propensione agli acquisti (e alla moda in generale). A questo proposito stanno spuntando anche le Armocromiste, ovvero coloro che ti aiutano a gestire i colori in base ai tuoi e alla tua personalità (dite che ne avrei bisogno con la mia ipercromia dilagante?!?) e le Closet Organizer, ovvero quelle sante donne che ti vengono a mettere a posto gli armadi. “Ahhh! E quella la voglio assumere” – “Vediamo se ne trovo una brava in rete!”
Public speaker: gente che parla in pubblico. A metà tra attori e oratori, sono persone che vengono pagate per parlare negli eventi pubblici. “Parlano a caso?” – “Spererei di no, ma non si sa mai”
Yoga ambassador: “Scusa mamma, ma l’ambasciatrice dello yoga non ho ancora capito cosa fa“!
Intanto, dalle redazioni di riviste autorevoli, ci avvertono che sta arrivando il Re-skilling, che non è un ultimo ritrovato anti-age, ma la “riqualificazione professionale“, che vuol dire tutto e niente. “…un processo di reskilling potrà riguardare chiunque voglia avere un valore nel mercato del lavoro, cogliere opportunità, ottenere posizioni. […] E’ l’importanza della multidisciplinarietà e dell’essere visionari per creare i lavori del futuro.” E cioè? Essere svegli, adattabili e non spaventati, pronti ad aggiornarsi ed imparare quello che ci sarà da imparare per svolgere le nuove professioni richieste, che sembrano essere: business and financial operations, esperti di management, It e scienze matematiche. Se volete. Altrimenti si può sempre tornare in campagna a fare l’ Earth Operator, ovvero il contadino!!! 😉
L’importante è essere svegli, creativi e capaci di intercettare le necessità del futuro e…farne una professione.