Sommersi dai quotes!!!

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Un post su tre contiene una citazione, un aforisma, un pensiero rubato ad una canzone, un film, un libro, un muro. Tutti, o quasi tutti, sono a sfondo motivazionale o ispiratore, lampi di speranza in formato jpg che si gettano nella mischia per farsi forza a vicenda. O semplicemente per condividere pensieri che siano sopra alla media, così, giusto per darsi un tono. E non solo ne è pieno il web (da facebook a twitter non si salva nessuno), ma ogni cosa intorno a noi: dalle tovagliette per la colazione alle tazze, dai quadretti appesi ai muri fino alle cartoline trovate in strada e messe strategicamente vicino allo specchio del bagno. Ne faccio uso anche io, sia chiaro, sia di mia produzione (“Essere figa è uno stato mentalee le sue sorelle) sia viste in giro. Nonostante ciò m’è venuto questo dubbio: da quand’è che abbiamo sentito la necessità di questa dose di spinte motivazionali quotidiane?!?

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Colpa della crisi? Colpa del futuro nebuloso? Colpa del Mondo intero che lentamente si sgretola sotto ai nostri piedi mentre stiamo condividendo aforismi sul web? O semplicemente “colpa” di una nuova consapevolezza di poter aspirare, sempre ed in qualunque momento, a qualcosa di meglio? Che quel “chi si accontenta gode” è stato lentamente sostituito dal “se non ci provi non lo scoprirai mai” (Spora Docet) o “The mind is everything: what you think, you become” (ispirational quotes) o ancora “Sai cosa si fa quando non se ne può più? Si cambia” (Alberto Moravia).  Non è colpa di nessuno, se non della rete, che ancora una volta ha reso più facile e veloce diffondere messaggi (e moltiplicarli in maniera esponenziale come un gremlins che mangia dopo mezzanotte). Perché di motivatori che hanno sciorinato fior di frasi e filosofie motivazionali ce ne sono sempre stati, forse fin dal primo uomo in grado di articolare frasi di senso compiuto. Dalle massime benevole del nonno fino a quelle di Platone per arrivare ai deliri carichi di buoni propositi di Steve Jobs. Niente di nuovo. Se non il mezzo… 😉
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Dalle tavolette di pietra, fino a file leggerissimi conditi di frasi con sottofondo di immagini poetiche e rilassanti: tramonti, orizzonti, spiagge, donne di spalle, sfumature dai colori rilassanti. Andrebbe tutto bene, se non fosse che la condivisione massiccia e selvaggia ne ha un po’ banalizzato i contenuti ed i contorni. Se ne scorrono a milioni, si leggono, si mette un like perché la troviamo interessante e si va oltre; a volte si condivide, perché ci piace davvero tanto, ma se la sera chiedi a cena chiedi: “Bella la frase che hai condiviso oggi, di chi era?” il più delle volte arriva un “Boh, l’ho trovata su internet” (Internet, il copywriter del 20esimo secolo) oppure conosce il nome dell’autore e a tua domanda “Ah, e chi è, io non lo conosco?” appare il vuoto cosmico!!! Segno evidente che le parole sono gettate a caso ed il loro peso reale è volato nella rete con la cornice bellina ed il tramonto! Ma dell’autore fotte una sega a nessuno!eefd9a4c6fabf5631d1fd1f46bd3d572_-695

L’importante è fare i fighi, dimostrarsi intelligenti ed acculturati, spesso appropriandosi dei meriti di frasi e frasette. E non ne voglio fare una questione di diritto d’autore, ma un po’ sì: come quando si rubano le foto on-line senza citare di chi sono…non si fa!!! E non si spacciano frasi senza avere almeno il garbo di apporre gentilmente il nome di chi le ha scritte. Se poi uno avesse anche la voglia di informarsi e andare a vedere chi, come e perché le ha scritte, allora la rete servirebbe davvero a qualcosa: incuriosire, informare, istruire (oltre che a spacciare minchiate a tutte le ore del giorno)! 😉 Insomma, questo trend continuerà ancora per molto, ma almeno, se non avete intenzione di produrre frasi di vostro pugno, abbiate il cuore di “citare” la fonte. Coloro che le hanno partorite, siano essi viventi o sepolti da parecchi millenni, ve ne saranno grati! Aforismatori

Io rompo troppo le palle, lo so, ma voi che ne pensate?!? 😉

Lavori dal web: critica on-line!

WARNING: Post dai contenuti ESPLICITI!!! 

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Il web è luogo meraviglioso e variopinto. Tutti si confrontano, tutti parlano, tutti esprimono opinioni (purtroppo) e grazie al web sono nati nuovi lavori e nuovissime figure professionali. Blogger, social media “cosi“, influencer, critici on line a pagamento. Già, perché nella marea sconfinata della rete, riuscire ad emergere non è così semplice. Bisogna trovarsi la propria nicchia e diventare autorevoli in un campo ben preciso. E se di cucina, beauty, fashion e lifestyle siamo ormai saturi, è bene puntare altrove. Per esempio facendo critiche a pagamento di foto del cazzo. No, non foto brutte. O meglio, foto brutte del proprio “gioiello” che quotidianamente vengono inviate per approvazione e votazione al blogCritique my dick“!!!Schermata 2016-03-13 a 12.33.48

Madeleine  Holden, avvocato, dal 2013 si è specializzata in recensioni “penali” ed ha aperto il suo blog dove commenta pubblicamente le immagini che riceve (tra le 100 e le 250 foto al giorno…#esticazzi)! La mia domanda spontanea è: o come gli è venuta in mente questa deliziosa ed originale idea? “Come ogni donna on line, ho ricevuto moltissimi scatti genitali non richiesti, finché non ne ho visto uno bello e ho capito la differenza.” E qui mi è scattato un altro pensiero, tipo che io non è che ho mai ricevuto milioni di scatti “penosi” (a base di peni) nei miei XX anni di vita. Forse uno o due, ma non “moltissimi”. (Voi sì? Mi devo preoccupare di questa mia carenza? 😉 ) In ogni caso quello di Madeleine è un servizio utile, sostiene lei, perché la foto del pene dice molte cose del suo “portatore” (più di un selfie) ed una foto poco curata, senza poesia, senza mistero e solo con la mazza ripresa tra le mattonelle del bagno…beh, di sicuro non vi fa una buona pubblicità.

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Perché se lo scopo di queste foto è quello di attrarre, sedurre, divertire, non lo si può fare con degli scatti rozzi ed ignoranti. (A questo proposito avrei un altro quesito, questa volta per i maschi: perché mandano la foto dei loro piselli?!?) Lo stile del cazzo deve essere comunque stiloso!!! 😉 Quindi la Holden, con santa pazienza, riceve foto, le guarda, le commenta e mette i voti. Qualcuno fa i compiti e le re-invia per approvazione. Spesso, racconta lei, sono le donne a mandare i propri uomini sul suo sito per avere una recensione. Tra i suoi consigli suggerisce: “Sullo sfondo niente disordine, zoommate di meno per includere anche parti non sessuali del corpo, cercate la luce naturale. Personalmente , più che il nudo frontale, amo quando l’attributo si intravede, dalla mutande o dai jeans.” Vandalised-Banksy

Il taglio è tecnico, non valuta né la forma né tantomeno le dimensioni dell’oggetto in sé, quanto la composizione fotografica, la qualità, il taglio, la luce. Insomma, un lavoro certosino sulla poetica dell’immagine. Alcune recensioni finiscono pubblicamente sul blog, con immagini chiaramente NON CENSURATE, altre invece, inviabili via mail con oggetto “private review“, rimangono segrete tra mittente e destinatario. Per il costo onesto di 10 dollari. Che se moltiplicati per 100 e per 30 giorni cominciano a diventare un bell’arrotondamento dello stipendio per un lavoro…socialmente utile. Dopotutto il vizio dell’uomo di disegnare e lasciare ritratti del suo pene ovunque ha origini ataviche, almeno adesso i nostri posteri potranno ispirarsi a dei begli esempi del… 😉

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Il potere dei LIKE!

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Mai sottovalutare il potere di un LIKE. Che sia di troppo o che sia omesso, può essere una tragedia in entrambi i casi! Le psicopatie connesse all’uso dei social non si contano più sulle dita di mani e piedi, ma vanno oltre, direi che ci vuole almeno un polpo super-dotato (di tentacoli) e quella legata al magico “click” sotto ad un qualsiasi post-foto-video-link diventa una parte fondamentale dei rapporti sociali in rete. Perché se alcune persone mettono un mi piace o non lo mettono, fa la differenza. O comunque generano una serie di proto-pippe mentali da non sottovalutare! Tipo…Schermata 2016-02-01 a 19.57.45

Amica che non mette il LIKE: Ma cos’è, ce l’ha con me?!? Oppure: Cioè, lei non mi mette i mi piace solo perché è gelosa che i miei selfie prendono più like dei suoi!

Amica che mette i LIKE a tutto: Eh lo so, sono il suo modello di riferimento! Oppure: Lei mi stalkerizza, secondo me si fa i cazzi miei giorno e notte!

Amico che non mette il LIKE: Sarà sicuramente geloso!

Amico che mette i LIKE a tutto: Gli piaccio, sicuramente mi vuole!

Amica con la quale hai litigato che non mette i LIKE: Guarda quella stronza che è ancora arrabbiata con me…!

Amica con la quale hai litigato che mette i LIKE a tutto: Vedi? Ha capito che ha torto e cerca di fare pace con me.

L’uomo che ti piace che non mette il LIKE: La TRAGEDIA! Non mi considera, non mi vuole, allora non gli piaccio? Cosa devo fare? Ma se lui non mette i mi piace a me io glieli devo mettere a lui o sembra che gli vado dietro?!? O_o

L’uomo che ti piace che ti riempie di LIKE: E’ fatta. E’ mio. Ora me la tiro cinque minuti e poi gliela dò!

Il tuo uomo che mette i LIKE alle altre: Bastardotraditoreflirtosochenonseialtro!!! Ti ho visto che metti i mi piace alle foto del gatto della tua collega! Ci sei andato a letto? Te la sei sbattuta nel bagno del locale, vero? Dimmi la veritààààààà…

Il tuo uomo che NON ti mette i LIKE a te: Scusa, io vorrei proprio sapere cosa fai quando stai su Facebook visto che sul mio profilo non ci capiti mai. Cosa fai, chatti con le altre?!? (E parte l’inquisizione…)

Il tuo ex che ti mette i LIKE: Te l’avevo detto, si è pentito e mi rivuole. Ma io col cazzo che mi ci rimetto, deve schiattare!!!

Il tuo ex che NON ti mette i LIKE: Hai visto? Non mi considera più. Secondo me c’ha già un’altra. Vero, vero, vero????

Parenti che mettono i LIKE: Ecco, stanno raccogliendo informazioni per fare pettegolezzi in famiglia. Così al matrimonio della cugina cercheranno di mettermi in imbarazzo a tutti i costi. Parenti Serpenti!

E non dimenticate che esiste anche un dizionario del LIKE… 😉LikePower

…e niente, sembra che a nessuno venga in mente che un LIKE omesso sia semplicemente qualcosa sfuggito all’occhio della timeline!!! 😉 Insomma, PIGIATE liberi…che se si pensa a tutte le conseguenze psicologiche possibili è meglio abbandonare i social! O no?

Voi vi siete mai fatti due domande dietro ad un “Like” che vi è suonato particolarmente…strano?

*Ah, pigiare in Toscana vuol dire “schiacciare”. Pigio LIKE=Clicco/Schiaccio LIKE! 😛

InstaGatto: instagram per gattare!

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I gatti sono belli, coccolosi, idioti e fanno ridere. Lo hanno capito perfino i “guru” del marketing che i “meme” gattati funzionano più delle tette. Forse. In ogni caso il web pullula di pagine a tema “gatto”: da Maru a Grumpy, dal GattoGrasso fino a Canini&Gattini (che al momento è la mia pagina preferita, perché oltre a condividere mille cose su gatti, cani e altri animalini, tutte le didascalie finiscono in “ini”…praticamente una community di idiotini…demenziale ma dà assuefazione). Anche instagram ha milioni di profili “gattati“. I miei preferiti, però, sono questi…

CATS_OF_INSTAGRAM: è l’account di mici per eccellenza, ogni giorno ne postano di ogni razza, forma, età, colore. Adorabili. Schermata 2016-01-24 a 18.57.17

GATTOGROSSO: la mia passione per i gatti, per i tondi e la mia propensione allo strizzamento-non-violento di animalini hanno fatto sì che questa storia del gatto grasso mi prendesse un po’ la mano. Qui ci trovate solo gatti di un certo…PESO! 😉 Che io amo!!!Schermata 2016-01-24 a 19.00.41

THEDAILYKITTEN: i gatti piccini li vorresti mangiare tutti. Se già quelli grandi sono irresistibili, quelli piccoli lo sono all’ennesima potenza. Più gattINI per tutti!!!

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HOTDUDESWITHKITTENS/HOTDUDESWITHCATS: Due profili furbini, che uniscono dei simpatici micetti (o micioni) a dei simpatici maschi (o maschioni). La combo gatto-fio* (*bel ragazzo) è una quotidiana dose di bellezza da guardare. Braccioni, zampette, tatuaggi, artigli, code, addominali e ciuffi ribelli. Seguire per credere! 😉Schermata 2016-01-24 a 19.08.49

CATSONAMPS: gattini…musicisti! Gatti e amplificatori, zampe e chitarre, mici e batterie. Dove c’è musica c’è gatto. Ma soprattutto gatto sta dove non dovrebbe stare. Sugli amplificatori, ad esempio!Schermata 2016-01-24 a 19.18.18

Ci sono pagine di brand che usano gatti come testimonial, come i due berlinesi che indossano elegantissimi papillon, o il gatto del bookshop americano. O profili personali di GATTI. Ovvero scene di vita quotidiana di singoli mici, da Romeo er gatto der Colosseo fino a Hamilton, il gatto hipster con i baffi! 😉

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Anche io avevo pensato di aprire un profilo a Snoop, poi ho desistito…magari non gradisce! 😉 Nel frattempo lo potete vedere sul mio…

Avete altri INSTA-GATTI da suggerirmi?!? Miao…

 

Altro che photoshop (per i selfie perfetti c’è sempre il trucco dietro)!

Della serie: coma mai son tutte gnocche nelle foto e io per farmi un’autoscatto decente devo passare mezz’ora a spararmi pose come una deficiente e l’unica che si salva è quella in cui ho sono nascosta da occhiali da sole e cappello? Ho scoperto il “Segreto” (che magari conoscevate tutti) e ho deciso di condividerlo. Perché voler esser fighe in qualche foto non è un peccato, è normale! E soprattutto perché non è giusto sospirare davanti alle foto delle altre pensando “Com’è venuta bene, io solitamente vengo malissimo” quando dietro c’è il trucco!!! Anzi, il truccONE!

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Quando mi capita di scorrere instagram e di incappare nei selfie (o ritratti) di blogger, influencer, artiste o gente che sui social e con la propria immagine ci lavora (insomma, non il profilo dell’amica che si spara mille foto durante la serata alcolica del sabato, cogliendo quasi sempre le espressioni peggiori) rimango sempre basita dalla perfezione di questi scatti. Loro hanno una posa plastica ma naturale, nella quale riescono a prendere sempre l’angolazione migliore, che affina il volto, non fa venire il doppio mento, riduce il nasone anche quando c’è. In più hanno sempre pelle liscia, perfetta, dove non si vedono rughe nemmeno con la lente d’ingrandimento ed un trucco impeccabile. La domanda che sistematicamente mi sorge spontanea è “Come cazzo fanno?“. Anche perché  spesso pubblicano alle 9 di mattina e vorrei sapere di cosa si nutrono al risveglio per essere così toniche e vogliose fin dall’alba…anigif_original-grid-image-14304-1396380102-23

Tutta pratica e filtri di instagram?!? NO. Hanno studiato a memoria i tutorial di Clio Make Up? NEMMENO. Sono tutte fidanzate con fotografi professionisti? NI, diverse sì, ma diciamo che non ne abusano per questi lavoretti quotidiani, altrimenti poi le lasciano (e fanno pure bene). Geni di photoshop? NEANCHE, troppo studio, non hanno tempo. E quindi??? a01

Quindi grandi applicazioni di photo-editing, ma soprattutto applicazioni e fotocamere che ti truccano e ti sistemano piccoli difetti in tempo reale. O anche dopo. Quando la mia amica me l’ha fatta vedere (non posso svelare chi è, ho promesso che avrei rivelato il “trucco” ma non la “truccata“) non volevo credere ai miei occhi. Poi ho fatto la prova su di me e ho pensato che se prima mi truccavo poco, ora potrei quasi smettere. YouCam Make Up (che è solo una delle mille disponibili, basta digitare sull’AppStore “Selfie Photo Editor” e vi si apre un mondo) è la svolta per la propria immagine…digitale, ovviamente. Che bisogno c’è del trucco reale quando puoi truccarti per finta e pure meglio? Puoi farlo in diretta, mentre la fotocamera ti inquadra ti trucchi in tempo reale, scegliendo tra impostazioni predefinite (tipo “nature”, “acqua&sapone”, “sprint”, “gran serata”, “gran troione” e cose così) o andando a pescare colore di ombretto, blush e rossetto, oppure modificare una foto che precedentemente vi siete fatte o fatte fare. E lì il lavoro può diventare certosino, dalla correzione delle occhiaie alla scelta dell’incarnato, fino all’ombretto, al gloss più o meno lucido, le sopracciglia marcate o appena disegnate, occhi con pupille sbrilluccicanti effetto manga e pure una ravvivata al colore dei capelli. TUTTA FUFFA! O quasi…Guardare per credere (e per capire la potenza di questi mezzi).IMG_8078

Mi uso come esempio. Domenica scorsa ad un mercato. La mia amica mi ha fatto una foto, se non altro per immortalare la mia sobrietà! Ero bellina e venuta bene nella foto anche senza trucco. Ma con un passaggio da YouCam MaKeUp ed un passaggio da VSCO …magicamente sono arrivati 252 LIKE su FB. Duecentocinquantadue (nemmeno nelle foto di me ospite su LA7 con Cristina Parodi per la presentazione del libro hanno ricevuto tanti “mi piace”). Non è stato un intervento invadente o eccessivo, ma quel tanto che basta per passare dal “è pur sempre domenica, sto lavorando, meglio di così la faccia non mi è venuta” al “non sono per niente stanca e stamattina quel tocco di makeup mi ha rimesso al mondo“. Inutile dire che esistono anche varianti che vanno ad agire sul corpo (allunga, stringi, leva quei maledettissimi buchi di cellulite, liscia quelle smagliature e trasforma la mia pelle in quella di una ventenne).

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Che le modelle sulle riviste fossero tutte photoshoppate lo sapevamo già (nonostante di base siano comunque delle grandi gnocche), ma che tante blogger usassero selfie-editor per sistemarsi ed apparire meravigliosamente perfette, ecco…fino a qualche settimana fa lo ignoravo! 😉 Adesso che lo so, guarderò le foto con occhio diverso. Soprattutto quelle postate alle 9 di mattina. In fondo…Image-1-3Nella vita reale, però, si vede benissimo che non sei alta 1 e 80 e quando esci senza nemmeno lavare la faccia appena alzata dal letto si nota! Alcune manco le riconosci, le vedi dal vivo e pensi “Ah, è lei? Non l’avevo nemmeno riconosciuta! E non pensavo fosse così”Quindi meglio usarle con leggerezza, ironia, per gioco e senza esagerare. Che poi si finisce per dissociarsi dalla propria immagine…ed è peggio!!! 🙂

La conoscevate di già? Le usate queste App di foto-trucco-e-ritocco? Lo dite o lo nascondete? Io…al momento del bisogno temo che le userò 😉 Ma senza nasconderlo, ormai ho fatto outing!!!

Le GGD Toscana ritornano in campo il 18 dicembre

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La vita fa giri strani: nell’agosto del 2008 scrivevo un pezzo sulle Geek Girls Dinner nella mia rubrica “Female Touch” sul sito di Goldworld…

Chi ha detto che le donne sono anti-tecnologiche? E che quelle che poco poco interessate all’hi-tech hanno l’appeal da piccole nerd? Tutti! Ma si sbagliano! Le donne appassionate di computer e mondi tecnologici ci sono, sono molte ed anche ben organizzate. Si è svolta lo scorso 20 giugno al Fiat Pop-Up store di Milano, la prima GGD (Geek Girls Dinner) ovvero un evento ideato per far conoscere e comunicare signorine che lavorano nel campo della tecnologia. Le Geek Dinner sono un fenomeno mondiale ormai diffuso, approdato in Italia circa un anno fa grazie ad Amanda Lorenzani, responsabile comunicazione del portale Excite.

…oggi sono ad invitarvi al primo evento (che in realtà è il numero 9) del rinnovato team GGDToscana: GGDToscana9–Christmas Lab Venerdì 18 dicembre all’Andersen Cafè!!!12279062_10153768766763308_2347766856791467428_n

Dopo un anno di assenza il gruppo, guidato dalla veterana Cinzia Risaliti, torna rinnovato con ragazze geek e appassionate di comunicazione: Laura Fusi, Angela Spulcioni, Sherri Ellis e…Marina Savarese (sì, sono io)! Il nuovo team ha già in programma una serie di appuntamenti che si susseguiranno per tutto il 2016 e che diventeranno un momento di incontro e confronto per donne interessate alle tecnologie e ai nuovi media, ma non solo.

Per iniziare abbiamo deciso di puntare su qualcosa di diverso, arte antica e misteriosa quanto attuale. Per anni è sembrato che l’arte del cucito fosse qualcosa che riguardava le nostre nonne, che le donne moderne non ne volessero sapere, ed invece non è così: crafter e makers stanno riportando in auge il lavoro manuale ed artigianale, facendolo in qualche modo ritornare trendy in una maniera sana e divertente!  Proprio per questo abbiamo deciso di dedicare la #GGTOSCANA9 – Christmas Lab alla sartoria. Oltre a digitare dietro ai monitor abbiamo pensato di invitare tutte e muovere le mani per costruire qualcosa utilizzando ago&filo. A guidarci in questo intricato mondo sarà il nostro partner Merenda in Sartoria, realtà fiorentina nata da un’idea di Romana Rocchino con l’intento di creare uno spazio in cui fondere attività ricreative e didattiche, dove imparare a cucire ritorna ad essere un attività di bottega, in cui si impara facendo. Romana aiuterà i partecipanti all’evento a realizzare con ago e filo qualcosa di magico e in linea con le atmosfere natalizie.Locandina GGDT9

La location della serata è l’ Andersen Cafè,  del quale vi ho ampiamente parlato in questo articolo. Luogo che amo fin dalla prima volta (praticamente un colpo di fulmine) e dove sarò anche questa domenica 6 dicembre per l’edizione dedicata agli accessori del Christmas Market. (momento di pubblicità poco-occulta)

Media Partner dell’iniziativa è FULFirenze Urban LifeStyle – Magazine free press cartaceo e web su tutto ciò che riguarda la vita di Firenze, mentre tra gli sponsor ci sono FamiDeal primo sito a capitale 100% italiano di offerte a tempo per famiglie con bambini e ANG un Bebè brand artigianale e made in Italy per neonati e bambini. Infine, altro sponsor affezionato dei nostri eventi è Yelp Firenze.

L’Appuntamento, quindi, è per venerdi 18 dicembre 2015 dalle ore 19.00

Costo serata (aperitivo + laboratorio) € 15,00

I biglietti sono disponibili su EventBrite al seguente link: http://bit.ly/1I37o1p

Per maggiori informazioni: http://www.girlgeekdinnerstoscana.com 

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STAY GEEK, DO HANDMADE!!! 😉 Vi aspettiamo!

Dignità: il blocco tecnologico del “briao”

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Quanti errori si commettono dopo qualche bicchiere di troppo! Un messaggio compromettente all’ex, una proposta ammiccante al collega di lavoro, una sequela di insulti alla vicina di scrivania che sopportiamo al lavoro giusto per il quieto vivere. Quante volte quell’ultimo shot di vodka ci ha fatto disinibire al tal punto di sentire l’irrefrenabile esigenza di frugare nella tasca, prendere il telefono e mandare messaggi che da sobri non avremmo MAI e poi MAI inviato. A volte sbloccano situazioni, il più delle volte si fanno danni. E a poco serve l’amica (o l’amico) con cui siamo usciti, spesso è più ubriaco di noi, a volte si distrae o magari siamo noi a nasconderci. Ecco allora che quel telefono, da possibile arma di invio-selvaggio, si può trasformare nell’angelo-salvataggio-dalle-figure-di-merda. Basta installarci sopra Dignità!!!12118677_1510826385902774_5257614463346467036_n

Dignità, come quella da salvare in caso di birre di troppo. Attivando la App prima di uscire, sarà praticamente impossibile connettersi a WhatsApp a meno che non si risolva un’equazione. Io le equazioni penso di averle rimosse dopo l’esame di maturità, quindi non mi riuscirei a connettere nemmeno da sobria, ma questo scoglio matematico sembra essere particolarmente insormontabile da alticci. Almeno così pensa il giovane sviluppatore di questo gioco salva-reputazione, Corrado dello Russo (pugliese ventitreenne). Si attiva, si sceglie il livello di difficoltà dell’operazione da risolvere (almeno 3, se è troppo facile diventa inutile, non devi dimostrare di essere bravo nelle operazioni), e la frequenza con la quale la “Dignità” controllerà il tuo stato di lucidità mentale. Schermata 2015-11-09 a 22.38.37Non potendo accedere non verrà nemmeno registrato il famigerato “orario di ultimo accesso“, quello che poi procura paranoie da parte della fidanzata che ripetutamente controlla la chat perché in ansia-da-tradimento! Vabbè, posso sempre andare su Facebook e fare danni pubblici direttamente dalla bacheca del social dei social. No! Sono in arrivo già gli aggiornamenti con la possibilità di inserire la programmazione oraria (tipo da mezzanotte in poi, come Cenerentola) ed il collegamento con tante altre applicazioni e social network potenzialmente pericolosi. Quindi basta danni derivati da serate alcoliche…ma per ora è disponibile solo per Android (sfiga)!!!
Mentre per il caro vecchio Iphone c’è qualcosa di simile: Designated Dialer, un blocca-utenti selezionati che non ti fa chiamare o mandare messaggi ai tuoi contatti potenzialmente “pericolosi“. Prima di poter schiacciare invio si attiva una vocina che ti  suggerisce di NON CHIAMARE. Drunk-Dialing-Designated-Dialer-Apps
Un po’ come fanno le amiche “grillo parlante”. Ma forse, dopo l’ennesima volta che ci provano e che voi disubbidite, rinunciano. Giustamente. Ma non sarebbe meglio posare il bicchiere un pochino prima di perdere completamente coscienza? No, vero? Sarebbe troppo semplice. Meglio scaricare la app…anche se quei messaggi deliranti mandati a notte fonda, a volte, possono dare avvio a delle storie divertenti. A volte, invece, fanno solo venire voglia di nascondere la testa sotto la sabbia. Ma comunque hanno il loro fascino, no?

Mai capitato? A me sì, di recente anche (ma era da tanto che non mi succedeva)! 😛

Messaggi Vs Telefonate

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Una telefonata allunga la vita“. Recitava così una vecchia pubblicità di nota ditta di telefonia. Se l’affermazione fosse vera, oggi come oggi la vita non si allungherebbe quasi più a nessuno, visto che fare una telefonata (di piacere, che di lavoro siamo buoni tutti, anzi, obbligati) è un modo di comunicare sempre più raro. Non si chiama più un’amica, si invia un messaggio vocale per sapere come sta; non si fanno più gli auguri via telefono, si ricorre ad un WhatsApp; per avvertire la mamma che non tornate a cena…l’sms va sempre bene (se poi è aggiornata si possono usare anche altre app). E così siamo invasi giornalmente da suoni, musichette e segni di notifica, rischiamo la morte per mandare messaggi al volante o alla guida di un motorino (o della bicicletta, che poi è uguale) e stiamo a lamentarci continuamente che le batterie dei nostri smartphone durano poco…e vorrei vedè, abbiamo sempre un telefono in mano. Sempre!!!cell-phone-handGiustamente la tecnologia va avanti, nascono nuovi modi di comunicare e soprattutto di scroccare wi-fi e non doversi accollare i costi di sms o lunghe telefonate (e questo è un ottimo motivo per cui preferire il digitato al parlato). Quindi via libera con:

Sms: rapido, sintetico, indolore. Per messaggi corti era l’ideale (short message system…o qualcosa del genere). E’ caduto in disuso anche lui. Lo usano giusto per mandare pubblicità o per offrirti interessantissime offerte di porno servizi fruibili via telefono. O in caso di assenza di connessione. Insomma, oggi come oggi l’sms è l’ultima risorsa…poverino!

WhatsApp: Grazie a Jan KoumBrian Acton per averci regalato questa App dai mille usi, per aver introdotto la doppia spunta (e generato tragedie e paranoie assortite nel genere umano), per aver reso possibile registrare ed inviare imbarazzanti messaggi vocali e adesso anche le telefonate gratis. Insomma, grazie davvero. Se non fosse che adesso questa gentile applicazione viene usata PER TUTTO: per domande rapide (che dovrebbe essere il vero uso), per veri e propri discorsi (mandate una mail, no?), per litigate in piena regola, per discorsi seri, per cazzate, per chiedere le ricette, per mandare un saluto ad una vecchia amica…il tutto punteggiato da una serie infinita di emoticon, tanto che certi messaggi somigliano più ad un rebus.

Chat di FB: Altro modo per entrare in contatto con il prossimo o parlare con gente conosciuta ma senza spendere un euro è la chat di Facebook. Visto che tutti, bene o male, su questo social ci passano del tempo, perché non ottimizzare la mezz’ora di scazzo magari chiedendo a Gina come stanno lei e la famiglia? O per sincerarsi che il lavoro mandato via mail sia arrivato? Oppure fare gli auguri agli “amici” visto che ci ricorda gentilmente i compleanni (evvabbè, una volta che ha funzionato come reminder poi puoi anche farla ‘na telefonata). Usare la chat per parlatre è un sistema ultimamente più usato dell’antiquato telefono (dopotutto le chat sono nate per chaccolare). Con l’aggravante che adesso anche il capo lo si contatta via FB…e non solo lui!!!Schermata 2015-10-06 a 23.46.33

Insomma, digitare è indubbiamente meno impegnativo, più distaccato, non ci sono toni di voce, al massimo disegnini, punteggiatura esagerata per dare enfasi e sfondoni grammaticali, perché si sa, con lo scritto non tutti se la cavano bene. Ora, io voglio davvero bene a queste App, le trovo veramente utili, soprattutto nel caso di “chat di gruppo a fini organizzativi” o per “gruppi di lavoro da coordinare” o per “amiche a cui dire le cose una volta sola” (praticamente whatsApp va bene per le ammucchiate 😉 )…ma a volte sento anche il bisogno di alzare il telefono…o meglio, di passare dalla modalità “digito” a quella “parlo”DSC00106

Il caro gesto di prendere il telefono, comporre il numero (anzi, ripescarlo dalla rubrica, che a memoria ci ricordiamo a malapena il numero di casa…e a volte manco quello), e parlare a voce, con tutte le inflessioni emotive del caso (tutte tutte, anche quelle FORTI), riscoprendo il vero piacere di interloquire con le persone, richiede tempo. Quel tempo che di questi tempi sembra manchi sempre a tutti. Ma davvero non abbiamo MAI tempo per una telefonata ad una persona che vogliamo sentire sul serio?!?

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Lo so, sono troppo retrò, ma tutti questi messaggini, alla lunga, mi ammazzano…a voi no?!? 😉

Profili social in comune: ma perché?

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Maria&Antonio” ti HA inviato una richiesta di amicizia. “Gino&Pina” ti HA taggata nella loro foto. “AlfonsoMaria&IlpiccoloMario” ti HA inviato un Poke (ancora devo capire che minchia sono i poke, ma soprassediamo). Noto solo io qualcosa di strano? A parte, chiaramente, l’uso del verbo al singolare quando il soggetto è al plurale (ma dopotutto cosa ne sa Facebook che il profilo porta due nomi invece che uno?)? Questa tendenza romantica di aprire profili social (e mail) di coppia mi sembra strana solo a me?!?

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Sono sempre di più le coppie, sposate o fidanzate, che decidono di avere un profilo comune, così, per trasparenza e sincerità verso il proprio compagno, per non cadere in tentazione, perché tanto “non abbiamo niente da nascondere”, perché così TI TENGO SOTTO CONTROLLO DALLA MATTINA ALLA SERA! Ecco, diciamo che la verità è quest’ultima, infiocchettata come meglio si può, addolcita con la più totale ingenuità, ma sempre quella rimane. Questo perché ormai è sempre più diffusa l’idea che “le tentazioni sono dietro il monitor”. Sì, anche, ma anche dietro l’angolo, laggiù, in fondo alla strada di casa vostra dove la panettiera sforna pagnotte e sollazza gli sfilatini…altrui 😉

Come+gestire+un+profilo+di+coppia+su+Facebook

Che sia lei a volerlo, utilizzando le tecniche più assurde, tipo “tuo cugino e sua moglie lo hanno“, oppure un più inquisitorio “cos’hai da nascondere“, oppure lui, terrone milanese geloso e possessivo, un bel giorno ci si ritrova con un profilo a 4 nomi e due facce. Foto profilo smielate, così come le cover picture, e commenti dei quali non si capisce la reale provenienza. Lei che ride e rispondere alle battute idiote degli amici di lui, lui che fa (comunque) il cretino con le amiche di lei, tag che funzionano al singolare, il dover “passare” la chat all’altro che al momento non è davanti al computer perché c’è lei e, la cosa peggiore, i commenti o pensieri FIRMATI! (per mettere in chiaro quale dei due sia stato a scrivere) Aiuto!

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Insomma, nonostante i “tanto noi non abbiamo niente da nascondere“, avere un profilo in due è scomodo, limitante e abbatte totalmente la privacy (oltre che destabilizzante per tutti i vostri amici, visto che non sai mai con chi cazzo stai interloquendo). E poi, quando la coppia scoppia? Si fa la separazione dei beni e quella dei contatti di Facebook?!?

Date retta, meglio mantenere i propri spazi, anche virtuali…è funzionale alla vita di coppia più del tutto-sempre-tutto-insieme. Sai che palle. No??? 😉

WeekHand, in arrivo il festival del fatto a mano

Quando vi ho parlato dei nuovi design Market vi avevo promesso che vi avrei segnalato eventi validi: questo che sto per presentarvi è uno di questi! Hand-made, Do-it-yourself, creatività e tutto quello che ha a che fare con l’uso delle mani, l’artigianalità, il riutilizzo ed il piacere del fai da te: questo il motore dietro a Week Hand, festival del fatto a mano che si terrà a Foligno sabato 19 e domenica 20 settembre.

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L’evento, ideato dall’agenzia di comunicazione That’s Com e organizzato in collaborazione con Multiverso Coworking Foligno e A little Market Italia, l’e-commerce di prodotti 100% fatti a mano, si preannuncia come una due giorni intensa fatta di esposizioni, workshop e laboratori didattici che coinvolgeranno tutti, dai grandi ai più piccini; è infatti “la famiglia” il tema centrale scelto per questa prima edizione. La parte di mercato vanta una selezione di artigiani che spaziano dall’abbigliamento all’oggettistica, dalla ceramica al giardinaggio passando per i bijoux e gli accessori, che sono stati accuratamente selezionati tra le moltissime richieste arrivate da tutta Italia. L’esposizione è solo una parte di questo grande evento. L’altra parte importante è dedicata al “fare”, una serie di workshop pratici dove poter mettere in moto le mani (ed il cervello, naturalmente).

 

Come quello di Sabato 19 pomeriggio, presso il Coworking Multiverso, che ospiterà Gaia Segattini, meglio conosciuta in rete come Vendetta Uncinetta, per un laboratorio divertentissimo che mostrerà come trasformare vecchi calzettoni in simpatici pupazzi (su prenotazione, info sul sito). Oppure i laboratori dedicati alla carta che saranno condotti da artiste di calibro internazionale come Ayumi Makita, creativa giapponese trapiantata da anni in Umbria, insegnerà le tecniche degli origami ai bambini (ma anche ai genitori e curiosi), e Chiara Armellini, illustratrice italiana che vive e lavora a Parigi, che aiuterà i bambini a creare cartoline per raccontare i loro viaggi reali e immaginari.

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Ma il programma è molto vasto ed esplora davvero moltissime categorie del mondo crafter/diy, con un occhio al riciclo creativo, al giardinaggio fai da te, al bricolage dedicato ai “papà”. E non mancheranno anche degli approfondimenti dedicati alla promozione digitale del proprio brand realizzati in collaborazione con C+B (nella persona di Tatiana Schirinzi) e ALM Italia (Sara Milan): un richiamo per tutti i crafter 2.0 che vogliono trasformare la loro passione in business usando strategicamente social network e mezzi di comunicazione.

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Ed infine la mostra fotografica “Talents Stories, nuovi talenti creativi”, organizzata in collaborazione con Co-Hive, dei fotografi Alessandra Barlassina, Francesco Brunelli e Stefano Puzzuoli con i testi di Alessandra Barlassina, Valentina Cangiamila ed Alessandra Minello che racconterà con immagini insolite le storie di chi si è messo in gioco riscoprendo vecchi mestieri e ha scelto di inseguire i propri sogni facendo della propria passione un lavoro.

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Questo evento offre davvero una panoramica completa sul mondo dei moderni artigiani digitali e sulle community che intorno ad essi si stanno sviluppando. Per chi fa parte di questa scena, per i curiosi, gli appassionati, per saperne di più o per iniziare a muovere i primi passi prendendo coraggio da chi questo percorso lo ha già intrapreso, questa è davvero l’occasione giusta. Maggiori informazioni su come iscriversi ed il programma completo lo trovate sul sito. Così come la lista dei tantissimi partner e sponsor. (Di cui uno lo conoscete sicuramente 😉 )