Il sesso non è un’arma…è un “must”!

Lo so, state già sbuffando dopo aver letto il titolo, pensando tra voi e voi “Ma è mai possibile che giri tutto lì intorno?“. Se vi siete scordate “i fondamentali“, rileggeteli. Ma in fondo lo sapete anche voi che è possibile, eccome. Cercherò di illustrare la situazione in maniera semplice e diretta… 😉venerdìcity

Quando ho avuto la malsana idea di scrivere questo libro, ho chiaramente cominciato a tartassare amiche, amici, conoscenti e passanti sull’argomento: “Che si deve fare per tenersi un uomo” Le risposte, date da uomini e donne indistintamente, quasi tutte avevano questi tratti in comune: “Moana a letto e Candy Candy nella vita” (no, Candy no, era di una tristezza immane), “Essere protagoniste di performance sessuali di alto livello” (Embè), “Avere tanta passione a letto e fuori ed essere sufficientemente zozze”, “Scoparlo, cucinarlo, pulirlo” (adoro il pragmatismo di alcune mie amiche), “Dargliela di continuo e non rompere le scatole”, “Per tenersi un uomo devi essere la migliore a fare i pompini” (applausi)…potrei continuare, ma temo abbiate capito. Lungi dall’essere più considerato un atto a scopo unicamente procreativo, il sesso è libertà, piacere, espressione corporea, gioco, divertimento, desiderio, ansia, emotività, passione, vita. Per questo non è un’arma, ma una parte fondamentale dalla quale la relazione non può prescindere, mai (basta pensare che è la prima cosa che viene a mancare in una coppia in crisi).massimebruttine161Con gioia, emozione, convinzione, creatività, maialaggine, tenerezza, tensione, vivacità, ironia. Prima di lanciarsi con cotanto slancio, bisogna, secondo me, rimettere i puntini sulle “I”, sfatando un paio di miti:

-lo stereotipo che la donna è bisognosa d’amore, fedele e non vede l’ora di dedicarsi alle faccende domestiche mentre l’uomo è un conquistatore folle poco incline alla monogamia è una cazzata (così come è una bugia che “se sei una brava moglie non puoi essere un’artista del materasso”)! Quindi…

-…basta con queste credenze popolari inculcate a forza nella morale comune, con l’equazione sbagliata “piacere=peccato” e con il mito del pene-penetratore (attivo/ganzo) e del buco-accogliente (passivo/sfigato)Le cose si possono fare in due, così come da soli, quindi nessuno è indispensabile ma tutto può essere utile.

-Consapevoli poi del fatto che a tutti gli uomini piace farsi solleticare l’augello, diventa immediata la connessione tra sesso&relazione. Quindi darsi e sdarsi, per diletto vostro e della coppia, avendo la cura di questo aspetto senza cadere nella noia, nella monotonia, nella stasi, è indispensabile per la salute del rapporto!Schermata 2015-01-29 a 18.41.02

E invece no! La stabilità emotiva corrisponde quasi sempre allo stallo della vita sessuale, che invece di intensificarsi ed andare avanti, muore sotto il peso del quotidiano, dello stress, del lavoro, dell’intimità-abitudine (rabbrividiamo). “Il matrimonio è la tomba del sesso” (con un figlio poi)! E ci credo:massimebruttine162

(sempre lui, sempre uguale, sempre allo stesso modo, ormai lo conosco alla perfezione…se fate questi pensieri sappiate di essere alla frutta).

Il segreto?

Essere le Regine della seduzione all’interno della coppia, sempre, stimolando costantemente il vostro uomo (io vi avevo avvertito che era un lavoro). E fate un po’ le zozze (tanto non vi vede nessuno), separate il sesso dall’amore, ridategli un po’ di brio a questa sfera: cucinategli una cena nude su tacco 12, agguantatelo nel cortile del palazzo mentre rientrate dal cinema, per una sera fate la prima mossa voi sbattendolo sul frigo. Insomma, i modi ci sono, se siete a corto di fantasia avete un sacco di materiale a disposizione con il quale documentarvi (porno, non porno, letteratura e filmografia erotica seria, non quelle banali sfumature), se avete tanta immaginazione…usatela. Giocate, chiedete, provocate, osate, crescete insieme incontrandovi sulle rispettive fantasie: se non vi asseconda o se si rifiuta…è scemo (e quando non funziona va cambiato o provato ad educare)!

Lo so che altro state pensando: “Sì, vabbè, ma io non ho sempre voglia, torno a casa stanca e anche lui a volte non lo richiede nemmeno”. Ok, alti e bassi sono all’ordine del giorno, ma se esiste sempre una scusa, che assume sembianze inquietanti come mal di testa, sonno, lavoro o peggio ancora STIRARE…cominciate a farvi delle domande!!! A volte sarebbe sufficiente disattivare il cervello e far parlare i corpi, portatori di verità emotive non filtrate, lasciandosi andare. Insomma, alla fine se non lo utilizziamo per quello, cosa ce ne facciamo di un uomo solo intorno? E lui, se non vi concedete o lo fate male, controvoglia e senza impegno, cosa se ne fa solo di voi? massimebruttine163

e compratele due lampadine, no? 😉 18.25 circa su m2o con LaMario: io non mi perderei questa puntata!!! Buon weekend 

Porno-sweets

tegamiescarpette

Ci sono dolci “secchi, contenuti, rigidi, che a mala pena sbriciolano; composti, nella loro forma ed estremamente educati e sobri. Ce ne sono altri teneri, soffici e discreti, mai eccessivi, di sostanza ma mai chiassosi. Altri ancora sono compatti, quasi massicci a risultare pesanti al solo guardarli. Ce ne sono poi alcuni che sono ammiccanti, dalla forma equivoca e ridondante. Sfacciati con le loro rotondità provocanti e con il loro saper essere esplosivi, strabordanti di un ripieno che non si sa bene dove possa andare a finire dopo il primo morso. Sono questi ultimi ad essere la tentazione dei golosi, di quelli che non sanno resistere agli zuccheri ma anche agli altri piaceri della vita. Sono loro i porno-dolci, quelli che quando li hai finiti non puoi fare a meno di leccarti le dita perché immancabilmente parte del ripieno è saltata fuori, così, un po’ sbarazzina. Quelli che quando li mangi ti senti un po’ in colpa un po’ “maiale” ma estremamente felice. Quelli che già il nome è tutto un programma: se dico bombolone e cannolo cosa vi viene in mente?!? Io e il Moretti abbiamo passato diverse sere a cercare di identificare cibi “porno” e, nel frattempo che componiamo la “sveltina alimentare” ed il “rapporto completo“, potete farvi salire la glicemia con questa sequenza di porno-dolci… 😉

Foto di Andrea Moretti

IMG_2591Taken and processed with Cameramatic app.IMG_3816IMG_4679IMG_3775Taken and processed with Cameramatic app.

Avete in mente altri porno-dolci?!?

Dai social al web: la scommessa di Domee!

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di Stefania Tringali

Voglio condividere link, video, pensieri e restare in contatto con gli amici conosciuti in vacanza quest’estate? Uso facebook.

Voglio scattare foto per far vedere quanto, a giorni alterni, mi sento artista? Lo faccio con instagram.

Voglio commentare qualunque cosa sempre con l’hashtag giusto? Twitter is the way!

E se cerco un lavoro, avere un profilo su linkedin può aiutarmi.

Tutte queste cose, insieme, compongono la mia carta di identità digitale, solo che sono troppo sparpagliate per dare un’immagine completa di chi sono e cosa faccio. A poco serve che io metta tutti i riferimenti a tutti i miei profili sui social in calce alle email che mando,  inutile che su facebook io linki a instagram, che da instagram vi indirizzi su twitter e da lì a linkedin, passando per G+. Troppo tempo, troppo pagine.

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L’ideale sarebbe un sito internet semplice, con una grafica alla moda, facile da aggiornare, poco dispendioso e da mettere online in pochi click. No, non è WordPress ciò di cui ho bisogno. Io non voglio un blog e in questo momento non ho il tempo di installare, pianificare, studiare, cosare, PHP, mySQL, lettera e testamento.

Tutto quello che produco in realtà è già online, i miei tweet, le mie foto…

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Tu crei i contenuti, Domee li racconta.  Cosa avrà voluto dire??? O_o Ma è questo il bello del web: tu pensi ad una cosa, googli il concetto e scoprirai che c’è qualche startapparo che, mentre tu ti scervellavi per capire come esprimere le tue necessità, ha già risolto il problema!

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Domee, pensato e creato da 3 giovani italiani, permette di creare in pochi passi, GRATUITAMENTE, un sito-vetrina partendo dai contenuti pubblicati sui social network, ed è davvero così semplice come sembra. Si comincia scegliendo il social con il quale effettuare l’accesso (non avendo un account personale su facebook, io ho scelto twitter) e Domee, passo dopo passo, ci guida nella creazione del nostro primo sito web.

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Io lo sto sperimentando da qualche tempo e solo quando ho tempo, ma online c’è già un sacco di roba che mi riguarda. Si fa tutto dal menù a sinistra: si sceglie il tema che più ci piace, quali social utilizzare, se permettere o no che l’aggiornamento sia automatico [pubblico una formica, lei finisce subito sul mio sito], in che ordine sulla nostra pagina verranno mostrati i contenuti, etc.

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Tutto è personalizzabile, della descrizione sulla copertina (la mia, inizialmente importata da twitter, adesso ha hashtag cliccabili e parole in grassetto e corsivo) alle esperienze nella sezione Lavoro (importata da LinkedIn), passando per ogni singola foto, post o tweet.DEF_gestione

E adesso mi basta dare un solo link per sbattere la mia vita 2.0 (rivista e corretta…) in faccia a chiunque lo chiedadomee.com/stephyrmx la parte dell’indirizzo dopo lo slash potete sceglierla voi e, se acquistate il servizio Premium, avrete un dominio e una mail personalizzate senza neanche dover scegliere un host, contattarlo e stipulare un contratto, potrete scegliere più temi e personalizzazioni per il vostro sito e domee si occuperà anche di farvi spuntare in cima alle ricerche di google, scalzando quei risultati imbarazzanti che si palesano ogni volta che qualcuno cerca il vostro nome e cognome online.

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Banana Lovers part #13: street goes bananas

Da quando il papà della pop-art l’ha sdoganata trasformandola in un soggetto “artistico“, la banana è diventata una delle protagoniste di opere d’arte più o meno convenzionali. Di sicuro si vedono più banane in strada che fiorellini. Vuoi per la sua forma, vuoi per il suo colore, vuoi per la sua versatilità (può essere un frutto così come una pistola o una bomba), vuoi per la valenza simbolica che le è stata attribuita nel corso degli anni, vuoi per i doppi sensi che da sempre la contraddistinguono, sono numerosi gli street-artist che la hanno più e più volte usata come soggetto/oggetto dei loro messaggi. Bansky in primis, ma non è il solo ed unico ad aver invaso strade e muri con la cara banana. Perché lei e non una mela o una fragola gigante? Semplice, perché la banana ha qualcosa in più…guardare questa gallery di bananas-in-the-street per capire il potere comunicativo di questo frutto…  7706ae3e6919dc18c5074f181b173025 1e5074cf721c48c2907aa740ea0a8aa8 ab64a09d5bb13fe05de72b7e5a7ebba2 f83bf4600d44f86a271f68961f50c80e 720331a121b4e8a4a2a0cd2038494add a8aafc42b7c2ebbdf79921ef3519251e 44e347fceeaac0dee87a24062ffd7a8c 67063adf0a8d5fb0ba6508374359b193

Banana RULEZ!!! Non sarebbe stata la stessa cosa utilizzando un pomodoro…o no?!? 😉

Buccia di Banana/Nudità in passerella

buccianewstyleLe sfilate, si sa, sono momenti di spettacolo: il grande show che ogni maison ha a disposizione non solo per mostrare le proprie collezioni (questo è solo il pretesto), ma soprattutto per incantare, stupire ed affascinare il pubblico facendolo immergere nell’atmosfera nella quale i capi sono stati ideati. Un po’ come entrare nel fantastico sketchbook di uno stilista o nei mood boards che lo hanno ispirato. E poi, diciamoci la verità, le sfilate sono un momento nel quale il brand comunica con i media, cercando di catturare l’attenzione. Considerata la quantità infinita di designer e di sfilate, non dovrebbe stupire se, per farsi vedere, si ricorre a trucchi ed espedienti. Tipo mandare in passerella modelli con le “palle” a giro…(perdonate il toscanismo verace)!peni-fashion-634759Questa volta è toccato a Rick Owens (ribattezzato ironicamente “Dick Owens” dopo il suo show) presentarsi a Parigi con modelli smutandati (non vorrei essere stata la vestiarista di questi poveri figlioli, sai che imbarazzo vestirli e svestirli?!?) abbigliati di tuniche da moderno monaco-hipster provviste di apertura nella parte bassa. Come il tronco di un albero datato di tana, ecco che lo scoiattolino scappa a fare capolino (a chi più e a chi meno…è la vita) sorridendo dal tessuto, tra le gambe secche di questi elfi del bosco travestiti da uomini. Ai moderni Robin Hood sono scappate le calzamaglie, ma non sono sfuggite cappe, ponchi e cappucci per completare il look fiabesco09169a5202bf7b7b7341d7ae7c913189UpkPfA5XLjhM00tn2S0UPILxRdcSYVEHO0HgSJt0md8=--11f48fff707e9a863c4941e28d601c0aIl minimalismo, questi capi basici gettati appena sui corpi, i colori sobri, mi rimandano indietro nel tempo, tra i centurioni semi-nudi dell’antica Roma o in qualche tribù di guerrieri allo stato brado. Tutte situazioni dove l’intimo non era ancora contemplato. Diciamo quindi che il caro Rick è riuscito a contestualizzare molto bene la sua collezione, facendo anche aprire la sfilata con danze tribali eseguite da ballerini di un certo peso. Il problema reale, per quanto mi riguarda, non è cosa non gli ha messo addosso (le mutande) ma come li ha vestiti!!! (siete pronti a vedere uomini in tunica con dei bei meggings sotto?!?)rick-owens_sfilata_primavera-estate-2014-620x464E quei gioiellini al vento? “Vabbè, dopo tutti i capezzoli delle modelle viste in passerella (e non solo) un paio di aggeggi che ciondolano non dovrebbero stupire. La nudità, invece, è ancora in grado di far parlare, di generare “scalpore” e chiacchiericcio. E’ stato così per le puppe “scappate” maldestramente durante una sfilata di Renato Balestra durante Alta Moda Roma, per l’uomo nudo apparso un paio di anni fa sul finale dello show di Frankie Morello e per durante il defilè londinese di Pam Hogg, dove arrivavano prima le “tope” e poi i tacchi delle modelle…C_2_fotogallery_1007628__ImageGallery__imageGalleryItem_2_image Fashion: Renato Balestra; AltaRoma Fashion Week F-W 2013/14 slide_281609_2121162_freeE’ così. Ogni tot il nudo riappare. Anche in passerella. Dopotutto, siamo nati nudi, mica con la camicia? 😉 Quindi, cari stilisti, mandate pure in giro modelli e modelle come mamma li ha fatti senza problemi (a volte meglio nudi che con gli orrendi abiti che gli mettete addosso), ma permettetemi di dire una cosa: a meno che non sia un calco in ceramica bianca…IMG_3838

E voi, che ne pensate di tutta questa storia? Buccia di Banana o no?!? 😉

Alla cuccia: due coccole per l’uomo-gatto!

venerdìcityOggi voglio presentarvi il mio animaletto preferito: il Signor Gatto!!! L’uomo-gatto non è animale per tutte, perché bisogna partire da un dato oggettivo imprescindibile:massimebruttine158Chi è: l’egocentrico un po’ artista, l’indipendente che fa tutto da solo, il narciso snob…

Chi pensa di poter addomesticare un gatto forse non ne ha mai avuto uno. Il gatto è ineducabile. Troppo indipendente per eseguire dei comandi (sarà più facile che vi ritroviate voi a realizzare i suoi desideri). Troppo egocentrico per saltellare ai piedi di qualcuno con un osso in bocca. Troppo intelligente per sottomettersi. Non a caso in moltissime culture il Gatto è animale sacro. Capace di stare intere giornate da solo, ignorandovi, quando necessita la vostra attenzione sa come catturarla immediatamente e nel modo più soffice e subdolo. Sornioni e graffianti, lunatici e coccolosi, giocherelloni e dormiglioni, gli uomini-gatto non si amalgamano mai veramente, ma condividono con voi ogni singolo giorno, mantenendo la loro individualità ed autonomia. Però ci sono, a modo loro, spesso invadendo prepotentemente i vostri spazi per starvi vicino fino a farvi desiderare di rinchiuderli in un armadio; ma alla fine sanno benissimo come prendervi e farsi coccolare fino a quando ne hanno voglia, con atti estremi di tenerezza e possessività (chi non ha mai visto gatti-gelosi si accomodi pure in casa mia). Spiccati e sfuggenti, danno segni d’intolleranza quando il loro ego viene messo in pericolo: allora le liti si trasformano in vere e proprie azzuffate (occhio agli artigli). Libero e cacciatore, l’uomo gatto non si fa rinchiudere, ma nello stesso tempo è fedele alle mura domestiche (questo non gli impedisce di andare a scorrazzare a caccia di lucertole, uccellini o tope).” DSCN7284cc-008

Reperibilità: il vero uomo-gatto è raro, ma è possibile trovarlo in ambiente artistico (solitamente tra designer, artisti, fotografi e tutte queste professioni in cui l’IO diventa predominante) o tra soggetti cerebralmente un po’ sopra la media (per essere così indipendenti la testa deve possedere più di due neuroni funzionanti).

Warning: con questa tipologia di uomo accanto è molto facile essere schiacciate dalle sue esigenze e dal suo ego prorompente. E’ necessaria un’alta dose di sicurezza e soprattutto una vita propria interessante e piena anche senza di lui. Ma non dimenticatevi che il gatto si “accasa” e si “appiccica” a modo suo e farà sempre avvertire la sua presenza, anche quando sta per i fatti suoi.massimebruttine160

Adatti a: donne indipendenti, donne con le palle, donne con un’ego altrettanto spiccato (ma non troppo, altrimenti scatta la rissa e la competizione) o donne geishe che gentilmente si adoperano per accontentare il loro micio.

Come si agguantano: l’uomo gatto va avvicinato con cautela, prima facendosi annusare un po’, successivamente allungando una mano mentre si pronunciano complimenti multipli e poi prodigandosi in carezze e coccole (occhio ad evitare la pancia e la zona sopra-coda, si potrebbero innervosire).

Come si tengono:massimebruttine159

(e preso possesso della vostra casa, motivo per cui rimanderei l’idea della convivenza fino a che non siete sicure che sia l’animaletto per voi). Finché lo adulate e siete lo specchio della loro immagine, tutto procede. Quando lo sgridate e mettete in discussione il loro ego, perché puntualmente combinano dei gran pasticci, ecco che arrivano rappresaglie e dispetti. Essenziale è essere in grado di rispettare i suoi spazi (e pretendere che vengano rispettati i vostri), lasciargli la sua indipendenza, fargli sfogare le sue follie creative e nel frattempo vivervi le vostre (di follie o regolari normalità). Passionali e possessivi, non vi faranno mancare momenti di amore incontrollato così come scenate di gelosia improvvise (no, non sono realmente gelosi, sono solo terribilmente territoriali).

Inutile dire che vorrei tanto avere un bel uomo-gattone, attivo ed indipendente, che sa esserci anche quando non c’è e non esserci quando c’è (forse sarebbe meglio un mago). Ma il gatto-vero scarseggia, ed in giro ci sono pseudo-gatti-pazzi-ed-egocentrici che mancano totalmente dell’indipendenza del Micio con la “m” maiuscola! So che #LaTringa non ha un ottimo rapporto con i gatti, ma secondo me #LaMario li apprezza…in diretta, ore 18.25 circa, su m2o, miagoliamo un po’ insieme! 😉 

Il galateo in treno

Ultimamente ho preso più volte il treno della macchina. Vuoi perché l’auto cerco di usarla il meno possibile in questo caos di città, vuoi perché preferisco/devo spostarmi spesso fuori Firenze. Il treno, se non fosse per i biglietti che costano una sassata (problema in parte superabile se si gioca in anticipo) è un mezzo di trasporto interessante: può essere sociale così come solitario, rilassante con il suo ritmo veloce ma silenzioso (o lento e rumoroso come fanno i vecchi “regionali”) e le immagini che scorrono fuori dal finestrino in un’incessante cambio di scenario, romantico ed anche un po’ pensieroso, con la classica immagine del passeggero che si perde con lo sguardo al di là del vetro. Ma il treno ha anche la capacità di farti diventare un serial killer, tirando fuori il peggio di te: tutto sta a chi ti trovi accanto!!!c74cd5e6ffe1af4a0b9712532bfd660b

Il treno è un gratuito osservatorio sociale dell’umanità, un luogo ristretto dove possono accadere eventi piacevoli (il più piacevole lo trovate a pagina 76 di questo libro), dove si consumano siparetti da commedia napoletana (soprattutto sugli intercity diretti al profondo Sud) o dove assisti ai comportamenti più noiosi messi in scena appositamente per infastidire il prossimo. Perché ci sono certi modi di fare che sono davvero insopportabili, usi&costumi dei viaggiatori ferroviari che andrebbero evitati e sostituiti con un opportuno galateo del perfetto viaggiatore…2a765318f65a0b3ab9754c197a17cdcf

1-L’omino del treno suggerisce carinamente (dopo tutte le fermate) di abbassare o togliere la suoneria del telefono. Come mai allora, mentre ti stai finalmente rilassando, al gentiluomo accanto a te (solitamente un businessman in giacca&cravatta) suona il cellulare all’impazzata con il volume al massimo? E se non è un uomo d’affari è una signora rincoglionita mezza sorda che lo lascia suonare dieci minuti prima di accorgersi che è il caso di rispondere e di porre fine a quel baccano?!? La suoneria del tuo telefono al massimo, in treno, rompe le palle! #sallo e #spegnilo (e non dimenticare che anche il rumore dei tasti è noiosissimo)

2-Quasi come conseguenza matematica, l’omino in questione ha un tono di voce di tre toni sopra la media e non solo risponde, ma urla piacevolmente come se si trovasse nel salotto di casa sua! Anche se sei al posto 2A e lui al 17C lo senti ugualmente, perché la sua missione non è comunicare con la persona che si trova dall’altra parte del telefono. No, la sua missione è informare tutto il treno degli affari suoi! A nessuno interessano le tue chiacchiere!!! #fatteneunaragione e #parlaabassavoce0e82bff77ab8f90933c3bea47f5cd99a

3-Il treno è comodo perché puoi anche lavorare mentre viaggi. Ci sono più Mac in un vagone del Frecciarossa che copertine di Glamour (e questo va anche bene). Quello che sfugge a taluni businessman-devoti-alla-professione è che il treno non è un ufficio! C’è, infatti, chi si allarga, invade lo spazio altrui con caricabatterie, carte, libri, penne e quant’altro e passa tutto il viaggio a fare una raffica di telefonate in sequenza. DATTI PACE (o datti fuoco)! #affittailsalottinobusiness e lascia viaggiare in pace il tuo vicino di posto!

4-Un pranzo veloce in treno lo abbiamo fatto tutti: uno spuntino leggero, una merenda sana consumata raggomitolati sul sedile per ottimizzare i tempi. Ma la tavola imbandita come a Natale anche no! Soprattutto se devi sfamare anche dei bambini, che puntualmente sono dei piccoli mostri iperattivi che sbriciolano a destra e sinistra manco fossero in piazza Duomo a foraggiare i piccioni. #legateibambini e #mangiatealvagoneristorante 

5-E, sempre in tema di bambini, non essendoci ancora una carrozza kids (che voglio dire, c’è la premium, la business, la standard, la masterclass…ci possono mettere anche una kids-class solo per pargoli e genitori, così socializzano pure) e dovendoli intrattenere in qualche modo (anche se io rimango dell’idea che i sonniferi naturali non hanno mai ucciso nessuno), siete sicure che il cartone animato sull’ ipad con il volume al massimo sia la soluzione più civile? O peggio ancora il video game con la musichetta incessante? Un caro, santo e vecchio libro no, eh? #piùlibri #piùsonniferi e #menovideogame

6-Ci sono coppie poi, che i bambini sembrano volerli concepire proprio lì, di fronte a te, su quelle poltroncine scomode. Ora le effusioni, un attimo di tenerezza, qualche bacino ogni tanto ci stanno…ma limonare pesantemente con tanto di mani ovunque ed effetti sonori prolungati davanti ad altri due poveri passeggeri, forse, non è educato! Per i momenti “porno” c’è sempre il bagno. Lo so, è stretto, ma se proprio sentite il bisogno di farvi una sveltina il modo lo trovate. #frecciargentoalucirosseIMG_3825E per finire:

7-Le scarpe in treno non si levano. #sudicioni

8-Non si sbattono i piedi in faccia al vicino (soprattutto se vi siete levati le scarpe) e non si invade con braccia e gambe il suo spazio vitale e non ci si accascia nemmeno sulla sua spalla per fare una pennichella. Almeno abbiate la decenza, prima, di presentarvi e chiedere il permesso!!! 😉 Non dimenticate che ognuno ha la sua “bolla” di tolleranza#seinvadilamiatiscoppio?????????????

9-Allungare lo sguardo sui messaggi, sui libri o origliare le conversazioni del vicino è spionaggio allo stato puro. Non si usava dire che #chisifaicazzisuoicampacentanni ???

10-Comunicare e conversare con perfetti sconosciuti è bellissimo (soprattutto se accanto avete un bel fio* , *ragazzo). Ma non tutti hanno voglia di comunicare voi. Ecco, quando si percepisce della reticenza, è bene parlare un po’ con se stessi. #insilenzioIMG_3827

E ora non ditemi che non ve ne è capitata almeno una, che a me sono capitate tutte (compresa la porno-coppia in un recente viaggio)! Anzi, se volete aggiungere la vostra testimonianza…andate liberi! #traintrips #traintips 🙂 

Buon viaggio!!!

Selfie, Selfie dappertutto!!!

geekgirldi Stefania Tringali 

A metà degli anni ’90 sono andata ai miei primi concerti, il primo in assoluto, se non ricordo male, è stato quello degli 883 (in formazione completa!), nel periodo in cui Max Pezzali cantava La dura legge del gol e La regola dell’amico.

120 minuti al palazzetto dello sport, sotto l’attenta supervisione del papà della mia amica, a cercare di ricordare le parole di Nessun rimpianto [nessun rimorso, soltanto certe volte capita che, appena prima di dormire, mi sembra di sentire…]

e con una grandissima responsabilità: la macchina fotografica dei miei genitori.

DCF 1.0

Somigliava un po’ a questa, era pesante, ingombrante ma, soprattutto, aveva il rullino! Sei al tuo primo concerto e puoi fare meno di 36 foto. Non puoi sprecare neanche uno scatto, che poi, quando le porti dal fotografo, vengono fuori anche quelle sfocate. Ma i tempi cambiano, arriva la tua prima compatta, la nikon coolpix 2100 da 2 megapixel, con una compact flash da ben 256mb che ti permetteva di fare poche centinaia di foto, ma era già tutto digitale, quindi potevi provare, scattare, cancellare e comunque non stamparle tutte.DEF_coolpixL’approccio cambia davvero quando ai concerti, in discoteca, in viaggio cominci ad avere con te LO SMARTPHONE. Maledizione, da quando mi è stato regalato il Nokia 6630 io non ho più davvero seguito un concerto o visto un tramonto in vacanza…ero troppo impegnata a controllare che il video venisse bene!DEF_con6630

(foto del 9 dicembre del 2008, dimensione originale 640×480 pixel, chissà chi c’era sul palco…)

Più l’evento è figo, più guardando dall’alto si vedono le luci blu dei display degli smartphone; la gente salta, si diverte, sta attenta, commenta, canta, piange, urla, poga, beve birra, col cellulare in mano MA SEMPRE GUARDANDO VERSO IL PALCO, fino a quando…DEF_oscar

Concerto, vacanza, ragazzo figo appena conosciuto, discoteca con gli amici, in ufficio, in palestra… dai, facciamo un selfie! ://DEF_everywhere

Più che una moda, una vera e propria mania, incontrollabile al punto che in alcuni luoghi è vietato farsi un autoscatto.

1) niente selfie a Pamplona durante la festa di San Firmino

SPAIN-FESTIVAL-TOURISM-PAMPLONA2) niente selfie con gli orsi in Sierra Nevada

DEF_orso3) niente selfie su una delle spiagge più belle della Francia

DEF_mare4) niente selfie-stick (il maledettissimo bastone-per-selfie) negli stadi inglesi né durante i concerti più affollatiDEF_sstickAlcuni mesi fa, sempre in UK, qualcuno ha proposto un’ora senza foto e autoscatti nelle gallerie d’arte inglesi per rispetto di chi i quadri li osserva davvero. Ah, però è il 21 gennaio… è il #MuseumSelfie Day. Oggi, invece di fare l’ennesima foto davanti allo specchio con la bocca a culo di gallina, provate ad entrare in un museo e fate lo sforzo di condividere un po’ di cultura.

DEF_monaselfie

Arcobaleni, robot e fil di ferro: my students store windows!

Quest’anno a dare spazio ai miei studenti Polimoda del corso di Visual Merchandising sono stati diversi negozi aderenti al progetto “Fancy Florence“, una guida sui negozi “alternativi” e di qualità situati fuori dai soliti giri commerciali. Una sfida su 8 store che spaziano dall’arredamento all’abbigliamento, passando per giochi per bambini e scarpe fatte a mano. Una doppia difficoltà, quella di aver a che fare con prodotti non solo del campo “moda” e quella di doversi confrontare con diversi “clienti” da accontentare. Un doppio impegno dove gli imprevisti sono stati dei piccoli ostacoli da superare con l’arte dell’improvvisazione, dell’arrangiarsi e del creare soluzioni alternative istantanee. Dopotutto, anche questo fa parte di questo lavoro, dove non sempre dalla carta alla vetrina finita tutto va secondo i piani… 😉 Secondo me se la sono cavata egregiamente!!!Processed with Moldiv

NEGOZIO: Kartell, borgo Ognissanti. VISUAL: Marta Lualdi, Barbara Escobar Romero, Marina Ghirga TEMA: Pitti PartyIMG_3671IMG_3770 IMG_3771 IMG_3773NEGOZIO: L’Amico di Toro Seduto, via Melegnano. VISUAL: Marta Lualdi, Barbara Escobar Romero, Marina Ghirga TEMA: Flat Colors/Saldi

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NEGOZIO: 100% Birbe, borgo Ognissanti. VISUAL: Roberta Baldini, Ilaria Sarti, Emanuele Cecamore TEMA: RobotsIMG_3673 IMG_3686 IMG_3714 IMG_3717

NEGOZIO: Fashion Room, Porta al Prato. VISUAL: Roberta Baldini, Ilaria Sarti, Emanuele Cecamore TEMA: Flat Colors/Pitti Filati

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NEGOZIO: Tela Lintea, Borgo Ognissanti. VISUAL: Silvia Pulidori, Francesca Ferri, Garbiele Serra TEMA: Flat ColorsIMG_3677 IMG_3693 IMG_3695 IMG_3697 IMG_3702

NEGOZIO: SaskiaVISUAL: Silvia Pulidori, Francesca Ferri, Garbiele Serra TEMA: cose che pendono 😉IMG_3793 IMG_3795 IMG_379910931454_10205086709360597_4852034089341698085_n

NEGOZIO: La Gare 24, Borgo Ognissanti. VISUAL: Linda Carmona, Gilda Adornetto, Giovanni Kyriazis TEMA: WalkaboutIMG_3689PicsArt_12_01_2015 17_24_28 IMG_3719 IMG_3720

NEGOZIO: Giulia Materia, Sdrucciolo dei Pitti. VISUAL: Linda Carmona, Gilda Adornetto, Giovanni Kyriazis TEMA: Eco-LifeIMG_3805 IMG_3806 IMG_3807 IMG_3808Grazie a tutti i negozi che ci hanno ospitato e grazie ai miei studenti, che ogni volta mi regalano grandi soddisfazioni. Ora tocca a voi…in bocca al lupo!!!

Buccia di Banana/Da Pitti Uomo con amore

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Appurato che ormai contro i risvoltini e le camicie a quadri rosse e nere non ci possiamo fare molto (solo aspettare che quest’ondata di hi(p)sterismo passi) durante il mio giro a Pitti Immagine Uomo mi sono concentrata nel carpire quelli che saranno i tormentoni futuri, con uno sguardo su quei trend che potrebbero invadere presto il mondo maschile, diffondendosi a macchia d’olio e non solo tra i fashionisti più agguerriti. Poi non dite che non vi avevo avvisato…;)pitti1 1) I calzini spaiati!!! Quello che un tempo era visto come un imbarazzante errore di distrazione, frutto della fretta mattutina o peggio ancora degli scherzi della lavatrice (che si sa essere una nota ladra di calzini, programmata per farli sparire in circostanze misteriose) sta in realtà trasformandosi in un grazioso vezzo che accompagna il già noto trend “del risvolto”. Sembra, infatti, che dopo aver mostrato calzini di tutti i tipi, dalla spugna al filo di scozia passando per quelli colorati e super fantasiosi, i maschi più attenti ad attrarre l’attenzione abbiano escogitato il sistema di indossare un calzino diverso dall’altro. Indubbiamente l’occhio ti cade sopra questo “errore”, che in realtà è un vero segno di stilosità. L’importante è che siano davvero diversi, per colore, forma o foggia, in modo da far scaturire un assicurato stupore. O una battuta idiota. Ma questo è l’effetto collaterale al quale dovete essere preparati…pitti2 2) Barbe in technicolor!!! Per vedere un uomo con la faccia liscia bisogna tornare tra i banchi delle medie. Appurato che i barbuti sono fighi e che questo trend decisamente agevola un sacco di maschietti, c’è chi ha deciso di andare oltre. No, non quelle storie di barbe decorate con fiorellini o altri micro accessori, che alla lunga sono scomode e possono andare bene solo come “acconciatura” per una serata. Il vero nuovo trend è la barba colorata. Ne ho visti diversi in questi giorni, fieri portatori di barbe verdi e fuxia. Scavando poi nel web ho appurato che la mania sta dilagando ed addirittura c’è chi la intona ai capelli. Io, a questo proposito, con la testa riccia e variopinta che mi ritrovo, mi limito a segnalarlo senza commentare… 😉pitti3 3) The prete-look!!! Il pioniere di questo stile lo avevo incontrato allo scorso Pitti (versione estiva), ma avevo pensato al solito eccentrico isolato. Mi sbagliavo, anche perché altri segnali li avevo ricevuti dal mondo street con le sue t-shirt sempre più lunghe e somiglianti a sacchi della monnezza. Il look da prete già dilaga, con abiti (perché di questo si tratta) dritti e lunghi, spesso neri, a volte con stampe geometriche o minimali, tante volte con tagli asimmetrici o addirittura spacchi laterali. Chiamate anche maxi-tshirt, in realtà sono vestitoni che vengono indossati con superskinny e ginniche (modello prete-in-escursione pomeridiana) o con leggings e scarpe stringate (più eleganti). Il risultato è una schiera di soldatini neri con l’allure da preti. Molto casti, molto informi, molto seriosi. Warning: questo trend, a mio avviso, risulta particolarmente inadatto a uomini con la panza, uomini bassi, uomini troppo secchi. Insomma, un’altro trend di massa che starà bene a 1 su 3!!!pitti44) Guerrieri Pelosi!!! Direttamente da “Game of Thrones” lo stile dei Night Watches (quei gran ficoni) è arrivato anche nella moda. Come al solito con qualche modifica di troppo. Peli, pelliccione, strati su strati, sciarpe e pastrani possono essere anche interessanti se usati con moderazione (anche se qui non siamo proprio sulla Barriera di Ghiaccio e queste temperature polari, almeno quest’anno, non si sono viste), così come le indianine frangiate ai piedi…ma gli stivali di pelo con il tacco ed i leggings a righe no!!! Stiamo confondendo le storie. Io mi limiterei a copiare l’originale, o no?!?Jon-Snow-jon-snow-28167437-1280-720