“Secondo lo Zen, ognuno di noi ha in sé la capacità di dimagrire perché, siccome nulla è permanente, tutto è possibile. E tutto scorre via: anche il sovrappeso.” E certo, detto così non fa una piega. E’ la figura del sovrappeso che scorre via liquido e veloce come un fiume in piena che non me la riesco a visualizzare in maniera pratica (al massimo la vedo in maniera splatter con una super cannula che fa scorrere via litri di grasso…bleh). Mi è capitato sott’occhio questo articolo sulla “Dieta Zen” in un settimanale femminile qualche giorno fa: dopo tutto rientro fa sempre rima con inizio e lunedì fa sempre rima con dieta. Specialmente dopo le vacanze, nelle quali uno si è rilassato 5 minuti. Ma rilassarsi non è concesso, e quindi è subito indispensabile rimettersi in forma (maledetti sensi di colpa). Il fatto che possa esistere un modo “zen” per affrontare una dieta mi ha incuriosito…(che di solito si affrontano a suon di imprecazioni e nervoso causato da improvvisa carenza di calorie).
Dicevamo, quindi, anzi, dicevano “Anche se non sei l’unica responsabile del tuo peso, sei l’unica persona in grado di cambiarlo“. Respiro. Sì, se mi dici chi sono gli altri che si intromettono tra me e la bilancia magari gli vado a tirare due pugni così si levano di mezzo… No, non è questo l’approccio ZEN. Quello vero prevede 5 principi per #mangiarepositivo
1-Il problema non è cosa mangiate, ma l’automatismo psico-comportamentale che induce ad utilizzare il cibo come strumento di compensazione emotiva. Eh già, stress, nervoso, tristezza, solitudine, euforia, stanchezza...l’uomo è un soggetto emotivo, quindi per prima cosa prendere coscienza dei propri pensieri ed emozioni che si provano durante la giornata. Un’operazione facile, no, da fare nel trambusto delle 24 ore?!? Senza considerare che quando uno si mette a dieta è un po’ incazzato per forza…ma è qui che deve uscire fuori lo ZEN!
2-Slow Down. Quella del mangiare lentamente ce l’hanno detta tutti, da sempre: mamme, nonne, zie, medici & co. Meno si presta attenzione a cosa si sta mangiando, più si mangia. Quindi osservare il piatto e mentre la forchetta arriva alla bocca visualizzare e ripetersi “sto mangiando una penna al sugo” o “ecco un fagiolino verde in arrivo“. Ci mettete due ore, ma secondo me la rottura di coglioni sarà tale da far passare la fame.
3-Fare pensieri Sani! Corpo e mente non sono separati. Ci si nutre anche di pensieri ed emozioni. Quelli positivi sono equiparabili al cibo magro e sano. Quelli negativi fanno male ed inquinano il metabolismo. Quelli porno? Come mangiarsi un dolce maialissimo iper-calorico…ecco, controllate anche la mente!!! 😉
4-Un chilo per volta. Fissare traguardi giganti e pensare di arrivarci in poco tempo non è per niente ZEN. Meglio fare le cose in maniera ragionata, abbandonando un vizio alimentare per volta, lentamente. Prima o poi i risultati arriveranno. Anche se il lupo perde il pelo ma il vizio prima o poi ritorna a galla…
5-Non lottate contro i chili in più, ma agite in maniera amorevole e prendetevi cura delle vostre maniglie dell’ammore o della vostra pancetta tondeggiante. “Solo accettando ciò che prima rifiutavate potete spezzare l’automatismo che innesca la fame psicologica. E dimagrirete davvero“. Quindi, prima li accetti e poi li abbatti. Dall’interno, un po’ come se fosse un’auto ammutinamento…ho capito bene?!?
E poi seguono i consigli per otto settimane ZEN, in cui anima e corpo vengono messe a dieta in maniera consapevole, rilassata e senza traumi. Dicono. Io credo che prima ancora di affrontare la dieta zen, forse occorra frequentare un corso di meditazione. Che tutte e due le cose contemporaneamente sono solo per gente davvero allenata. 😉
(Io Donna – 29 agosto 2015) Esiste anche un libro apposito per approfondire la storia. Io a questo giro passo, ma se voi ci riuscite fatemi un fischio!