Qualcosa di caldo PT.3

tegamiescarpette

STORIA IN 3 PIATTI E IN 3 PUNTATE: QUALCOSA DI CALDO PT.3

schermata-2017-01-24-alle-23-46-13

[] I passatelli erano diventati come colla, inguardabili, immangiabili e freddi. Anche i pensieri di Gianni si stavano incollando su loro stessi, formando una grossa massa nella quale il giorno del loro incontro si era fuso con quello del primo litigio, poi con l’emozione della prima notte insieme, il trasloco, le discussioni accese, l’insofferenza, il distacco, il gelo. Tutto insieme, tutto talmente intrecciato da non riuscirne a venire a capo. “Meglio pulire“, si dice a voce bassa. Mentre quel che avanza del brodo finisce nel lavandino, sente un odore venire dal forno. Lo conosce benissimo quell’odore, un dolce non troppo dolce, il rosmarino che accompagna le castagne, quello dei pinoli arrostiti ma non bruciacchiati. Con la mano ancora umida si affaccia nel forno; accenna ad un sorriso…”è ancora innamorata persa di me“. Già, il castagnaccio era uno dei suoi dolci preferiti, da sempre. Lei voleva impararlo a fare a tutti i costi, per fargli piacere. Si era impegnata tantissimo e quanti ne aveva bruciati: troppo croccanti, troppo alti, troppo secchi, una volta avevano visto dal salotto una nuvola nera riempire la cucina…il carbone alle castagne. Avevano riso tantissimo e poi, spento l’incendio, erano corsi in camera da letto. Gianni scuote la testa e si avvia proprio in camera, forse spinto dall’ultimo barlume di una passione ormai spenta. La luce è accesa ma Vanna non c’è. “Vanna…Vanna…” non risponde. “Sarà uscita un attimo“. Per scrupolo fa scorrere lentamente l’anta dell’armadio, chiude un attimo gli occhi e quel gelo di prima diventa un brivido che si trasforma poi in un lungo sospiro. Quando riaccende lo sguardo la parte di Vanna dell’armadio è completamente vuota, nemmeno una traccia, anzi sì, quella di chi è andato per non tornare mai più. Senza nemmeno lasciare un biglietto, due parole, un messaggio…Eppure qualcosa aveva lasciato: l’ultima cena, l’ultimo gesto di un amore che era stato e che non sarà mai più. [Fine]

castagnaccio di cucinamo

img_2641

casta2_large

schermata-2017-01-24-alle-23-46-13

img_2643

Cucinare è un gesto d’amore. Anche quando è l’ultimo” (a meno che non ti avvelenino il pasto, in quel caso è un tentato omicidio) 😉

Non puoi mangiare dolci!

tegamiescarpette

Devi eliminare i dolci per un po‘”. Sgomento, paura, disperazione: no, dai, i dolci no. I dolci non sono solo dolci: sono coccole, sono regali, sono momenti di pausa, sono pornografia con l’aggiunta di zuccheri, sono attimi di felicità…sono una droga! Gli zuccheri danno dipendenza, un corpo abituato ad assumere zuccheri giornalmente va incontro a veri e propri sintomi di astinenza: voglia di uccidere chiunque, ricerca di sostituti che non saranno mai in grado di dare lo stesso piacere quindi genereranno incazzatura ed insoddisfazione, psicosi a caccia di dolci in ogni angolo della casa (per questo i “guru” della nutrizione ti consigliano di non far entrare zuccheri in casa, nemmeno se mascherati da Superman), scompensi ormonali durante i cicli mensili. Non importa, una persona con forza di volontà e che tiene alla propria salute ce la può fare. Mi documento, leggo alcune dritte:

-“Sostituire gli zuccheri con l’acqua. Le persone dipendenti dallo zucchero potrebbero avere difficoltà a distinguere la differenza tra la voglia di zucchero e la sete. Se non riesco a distinguere voglia di acqua da quella di zucchero vuol dire che sono veramente alla frutta (quella amara)!

-“Reagisci alle voglie con l’attività fisica”. Ecco, ora te lo dicevo quale attività fisica può contrastare la voglia di dolci…

-“Assicurati il supporto della famiglia e degli amici. Proprio come un tossicodipendente o un alcolizzato, chi è dipendente dallo zucchero ha bisogno dell’aiuto di amici e parenti.Sì, le mie amiche mi aiuteranno, io lo so, mi bacchetteranno tutti i giorni se serve.

“Bip Bip”. Messaggio. “Ah, è Carolina…”. Ecco, vediamo cosa mi ha mandato…

una carrellata di dolci, dolcini e dolcetti fatti da Cucinamo

Torta margherita (semplice, ma a colazione ci sta sempre bene

schermata-2016-09-07-alle-23-49-21

A seguire con il Banana Bread (che adoroooo)!

schermata-2016-09-07-alle-23-46-49

Crostata di frutta (che pare leggera, ma non è assolutamente vero)

schermata-2016-09-07-alle-23-47-04

Cheesecake con frutti di bosco (comincio a soffrire)

schermata-2016-09-07-alle-23-47-16

Mousse al pistacchio con lamponi e granella (mi sciolgo)

schermata-2016-09-07-alle-23-47-41

Gran mix della morte: profiterole, panna cotta, torta al cioccolato, tiramisù (e poi muore)

schermata-2016-09-07-alle-23-48-00

Dicevamo, le amiche?!? 😉 Rinunciare a qualcosa è sempre una prova impegnativa, che alla lunga ti tempra corpo e spirito, ma che lì per lì ti leva anche quella piccola gioia quotidiana. Però io guardo e non tocco, da brava! Voi a cosa fareste fatica a rinunciare in cucina?!?

Freddo/Caldo

tegamiescarpette

Caldo e freddo, in questa stagione, si alternano precisi come il giorno e la notte. L’afa, il calore, quello che ti fa sudare, quello che ti solletica modello “phon” quando per caso arriva un po’ di vento, si alterna a serate fresche, a tuffi nell’acqua fredda, a gelidi cubetti di ghiaccio che si sciolgono in bocca per alleviare l’arsura. Anche nei piatti il caldo/freddo sembra essere un gioco di tendenza, un contrasto di temperature che dovrebbe sollazzare le papille gustative o farle impazzire definitivamente quando lo chef di turno decide di passare dai -2 del sorbetto alla menta ai 40° del vin brulé di accompagnamento del dolce, una torta di mele a circa 25° (le cui mele, però, sono intorno ai 32° perché mantengono il calore parecchio di più). I contrasti danno sapore alla vita, dopotutto la vita è fatta di contrasti…e sono certi contrasti a dare sapore anche alla tavola. Basta bilanciarli correttamente. 😉

piatti in constrasto (caldo/freddo) di CUCINAMO

mozzarella +5°/ pinoli tostati +15°

FullSizeRender-4

hummus freddino / schiacciata appena sfornata +80°

FullSizeRender-7

passato di verdure a bollore / stracciatella di bufala +5°

FullSizeRender-6

miglio +10° / pomodori +2°

FullSizeRender-1

baccalà fritto +50° / crema di carota al ginger +3°

FullSizeRender-2

hamburger rovente appena uscito dalla griglia / avocado appena uscito dal frigo

FullSizeRender-5

crumble di mele +80° / gelato alla vaniglia -2°

IMG_1164

pesche caramellate alla vaniglia +60° / meringa al limone (temperatura non pervenuta)

FullSizeRender-3

Le temperature sono scazzate dalla sottoscritta a puro scopo poetico e descrittivo! 😉

 

Dolci Fruttati

tegamiescarpette

La frutta va prima o dopo il dolce? Questa cosa non l’ho mai capita: alcuni la usano per “ripulire” la bocca alla fine del pasto, prima del caffè, ma dopo eventuale dolce. Altri la servono prima del dolce, per riempire lo stomaco ed evitare brutte figure visto che hanno portato un dessert da 8 ad una cena da 12. Altri ancora li servono insieme, in una combinazione separata che vede dolci e frutta sulla tavola nello stesso momento, così le zampe si incrociano in maniera imbarazzante, chi con uno stuzzicadenti cerca di infilzare una fragola e chi sta affondando il cucchiaio nel tiramisù. La soluzione, pratica ed indolore, è fare i dolci fruttati! Colorati e profumati, riempiono la vista ed i sensi, portando sempre un tocco di allegria laddove vengono presentati. Però, nonostante la praticità e la simpatia che portano a tavola, non riusciranno mai ad avere il primato di una torta al cioccolato o di una piramide di profiterol. Perché? Perché da sempre i dolci fruttati hanno un che di sfigato, sanno di dietetico, sanno di crostata alla frutta del compleanno delle medie, sanno di qualcosa di dolce ma non troppo, quindi che dolce è? Tra bigné e crostatina vincerà sempre il bigné! Però sanno essere tanto belli…

dolci fruttati / frutta dolcE DI CUCINAMO

FullSizeRender-9

FullSizeRender-10

FullSizeRender-11

FullSizeRender-12

FullSizeRender-13

FullSizeRender-15

FullSizeRender-14

FullSizeRender-17
FullSizeRender-16

Dolci&Frutta di Cucinamo Firenze.

Voi da che parte state: dolci fruttati o dolci maiali e cioccolatosi? Io sono del partito “basta che sia dolce“, quello dei veri zucchero dipendenti!

Facciamoci del male (ogni tanto eh)

tegamiescarpette

Stiamo attente alla linea 360 giorni all’anno…dai, facciamo 300, che un paio di mesi di strappi alla regola, distribuiti tra weekend, feste, aperitivi a caso e giorni pre-mestruali ci stanno tutti. Le diete che si iniziano il lunedì per farle finire al giovedì sera, il mangiare sano, l’alimentazione controllata e tutti i buoni propositi alimentari ogni tanto…devono essere messi a tacere!!! Eh già, il rigore non può durare sempre. La disciplina, per essere tale, ha bisogno di momenti di svago, altrimenti si diventa matti (e si corre nel frigo nella notte ad agguantare qualsiasi cosa commestibile presente in ordine sparso). Quando sei triste perché lui sembrava volerti tanto e invece si è dimostrato il solito insicuro-pauroso-con-il-cuore-già-ferito, quando nei giorni pre-ciclo vorresti staccare la testa anche a chi ti dice buongiorno con l’intonazione sbagliata, quando sei felice felicissima e decidi di festeggiare la vita a prescindere, quando hai bisogno di coccole extra a quelle del tuo animale a quattro zampe, quando sei sola/o sul divano e vuoi premiarti perché sì, ogni tanto ci si deve anche premiare…ecco, in quei momenti lì uno yogurt non è precisamente quello che ci vuole. Ci vogliono cose maiale, ipercaloriche, cioccolatose, che riempiono gli occhi, il cuore, il palato e che rischiano di intasarti le arterie (ma solo con un uso sregolato e prolungato). Opportunamente accompagnate da liquidi con un discreto tasso alcolico in grado di sciogliere tutto. Tipo idraulico liquido. Perché per farsi del bene, ogni tanto, ci si può anche fare del male… 😉

DOLCI & ALCOLICI by CUCINAMO FIRENZE (tutto quello che non ti uccide ti rende piu’ forte)

FullSizeRender-1

FullSizeRender-2

FullSizeRender-4

FullSizeRender-3

FullSizeRender
FullSizeRender-5

FullSizeRender-9

FullSizeRender-6

FullSizeRender-7

FullSizeRender-8

(Le cose belle della vita o sono immorali o sono illegali o fanno ingrassare)

Voi con cosa sfogate i momenti no (o anche quelli sì)? Magari le prossime ricette Carolina le cucina per voi…;) CUCINAMO è anche su INSTAGRAM!

Bicchieri…dolci!

tegamiescarpette

Non tutte le ciambelle vengono col buco. Alcune vengono piene e si dovrebbero chiamare torte, altre c’hanno le strisce sopra e le chiamano crostate; ogni dolce ha una sua forma ed un suo nome di battesimo tanto preciso quanto reinterpretato con il passare degli chef o illustri pasticceri (domenica ho visto una “pastiera leggera”…che non mi sono riuscita a spiegare, la pastiera è una, cazzarola. E sì, faccio la terrona tradizionalista in questo preciso momento)! 😉 Tra i dolci porno e quelli al cucchiaio ci sono quelli incastrati nei bicchieri! Sono fashion, sono pratici, sono comodi mono-porzione (di solito a me uno non mi basta mai, ma questa è colpa della mia dipendenza da zuccheri) che non necessitano dell’intervento del cameriere per tagliare-impiattare-e-decorare (un minimo, che i dolci lanciati nei piatti senza un po’ di amore li odio). E se pensate che dentro ai bicchieri ci stanno solo Tiramisù e Mousse, vi sbagliate. Ci entrano un sacco di cose. Basta ragionare a strati. E questo giochino a Carolina viene particolarmente bene. Guarda quanti bicchierini ha sfornato?!? Ho fame…buona giornata!!! 😉

cheesecake alle albicocche e gingerIMG_8585

macedonia mille colori con crema al limoneBicchierini1

crema di zucca, panna montata e pinoliBicchierini2

crema chantilly, biscotto, nutella e fragoleBicchierini3

Crema di mascarpone su biscotto con riccioli di cacao e noccioleFullSizeRender-1

mini cheesecake con confettura di frutti di bosco…e mentaFullSizeRender-2

TORTA MIMOSA NEL BICCHIERE BASSOFullSizeRender

crema su biscotto croccante, coulis di frutti di bosco e fragoleFullSizeRender-3

cheesecake ai frutti di bosco e gingerFullSizeRender

fiore di tiramisu’IMG_8977

Nel bicchierino ci sta bene tutto…anche il babà!!! 😉 (un po’ meno la crostata, ma se la sbricioli ci infili anche quella)

Altri bicchierini su CUCINAMO FIRENZE…

Struffoli: the real making of!

tegamiescarpette

La mia famiglia è del sud. Io sono nata al sud. Del sud ci sono rimaste tante cose attaccate addosso, alcune usanze veramente inconcepibili, come quella di fare gli auguri per l’onomastico (roba che io mi scordo pure i compleanni, per quale motivo dovrei ricordarmi gli onomastici…e poi perché?!?), altre immancabili, come quelle cinque ore passate a fare gli struffoli per Natale (natale, altro momento “sacro” per la famiggglia). Non mi ricordo un anno senza Struffoli. Ma ricordo invece benissimo il rituale di preparazione, una cosa lunga e macchinosa, che iniziava con la disinfestazione della tavola (piano di lavoro con pulizia quasi chirurgica), la tovaglia bianca, sempre la stessa da almeno 20 anni (che se è colorata poi le palline sopra non le vedi), la tavola di legno sulla quale mamma cominciava a disporre gli ingredienti, le quali dosi (sempre uguali da secoli) vengono guardate per conferma sulla vecchia ricetta scritta a penna su un foglio ormai consumato, unto e scarabocchiato dalla sottoscritta quando era…piccola e rompicoglioni. 

FullSizeRender-12

La fontana di farina, lo zucchero, il burro fuso, l’anice (arrivata a questo punto, cioè dopo aver iniziato da 3 minuti nemmeno, un cicchetto di anice mamma se lo fa sempre…o ci corregge il caffè) e piano piano le uova sbattute. E impasta, lavora, aggiungi, impasta, lavora, aggiungi…durante tutto questo processo io, da sempre, mi limito a guardare. Queste sono cose da madre (e padre, che con le sue zampone grosse dà una mano ad amalgamare il tutto, nonostante venga rimproverato costantemente per la sua tecnica). Il mio momento arriva quando c’è da fare le palle…palline, tonde. Eh sì. Gli struffoli industriali hanno forme asimmetriche ed imprecise, ma in casa mia NO! Guai se non sono a forma di pallina, tutte più o meno simili. Perché “la nonna le faceva così“. Ecco perché ci vogliono mille ore (e possibilmente mille mani): perché dei tocchettini tagliati a coltello devono essere trasformati in palline rotonde. Quest’anno ero sola. Un testa a testa con mamma, con milleottocentopalline da arrotolare e con i discorsi di madre del sud (quelli lì, sì, lavoro, uomini, futuro, famiglia, spettegolamenti su tutto l’albero genealogico vivente…e pure su qualcuno andato…i gossip antichi sono quelli che preferisco). Friggi, aggiungi miele, gratta limoni, taglia canditi, proteggi tutto ciò dalle incursioni del gatto. Goditi il risultato, ma solo un assaggio. Questi, fino al 25, sono Off-Limits. Ma ormai manca poco…

STRUFFOLI di mamma mirella (con l’aiuto delle mie sante manine)

FullSizeRender-5

FullSizeRender-4FullSizeRender-1 FullSizeRender-2 FullSizeRender-3 FullSizeRender-6FullSizeRender-9 FullSizeRender-8 FullSizeRender-7 FullSizeRender-10 FullSizeRender-11 FullSizeRender-13 FullSizeRender-14

Buon Natale, con le tradizioni o anche senza… 😉

Nuvole dolci e San Marzano (che non sono pomodori)

tegamiescarpette

In cucina mi ipnotizzo: gli strumenti sembrano moderni oggetti di arte contemporanea, i movimenti ripetitivi e decisi, la maestria con cui si sformano ed infornano le cose, la creatività con cui si mescolano ingredienti. Entro di soppiatto nel “laboratorio” (che poi somiglia di più ad un acquario) di Mario: dolci. Odore di zucchero, calore di forno ed una bianca massa informe che riposa in una gigante ciotola di metallo. Una nuvola rimasta incastrata in cucina. No, è meringa. “Ma davvero? La meringa non è consistente e friabile?“. No, le meringhe non nascono con la tipica forma arricciolata e consistenza scricchiolante. Ci diventano. Incredibile potenza della trasformazione della materia. In partenza è morbida ma non moscia…se la tocchi si incolla, ti incolla, rimani appiccicata. “Cosa sono?” – “Tortini al SanMarzano con meringa flambè“. Mi insospettisco. “Ci sono i pomodori lì dentro?“. Scuote la testa con un disappunto che tradotto voleva dire “poverina, sai una sega te“. Ed in effetti non so, ma almeno mi sforzo di curiosare per imparare. San Marzano è anche un liquore, del sud, che si usa spesso nella preparazione dei dolci. Ma tu guarda un po’. Non si finisce mai di conoscere cose nuove…e nemmeno di assaggiarle 😉

meringa1

meringa7

meringa2

meringa6

meringa4

meringa3
meringa5
E questi erano davvero buoni…parola di golosa!!!

Porno-sweets

tegamiescarpette

Ci sono dolci “secchi, contenuti, rigidi, che a mala pena sbriciolano; composti, nella loro forma ed estremamente educati e sobri. Ce ne sono altri teneri, soffici e discreti, mai eccessivi, di sostanza ma mai chiassosi. Altri ancora sono compatti, quasi massicci a risultare pesanti al solo guardarli. Ce ne sono poi alcuni che sono ammiccanti, dalla forma equivoca e ridondante. Sfacciati con le loro rotondità provocanti e con il loro saper essere esplosivi, strabordanti di un ripieno che non si sa bene dove possa andare a finire dopo il primo morso. Sono questi ultimi ad essere la tentazione dei golosi, di quelli che non sanno resistere agli zuccheri ma anche agli altri piaceri della vita. Sono loro i porno-dolci, quelli che quando li hai finiti non puoi fare a meno di leccarti le dita perché immancabilmente parte del ripieno è saltata fuori, così, un po’ sbarazzina. Quelli che quando li mangi ti senti un po’ in colpa un po’ “maiale” ma estremamente felice. Quelli che già il nome è tutto un programma: se dico bombolone e cannolo cosa vi viene in mente?!? Io e il Moretti abbiamo passato diverse sere a cercare di identificare cibi “porno” e, nel frattempo che componiamo la “sveltina alimentare” ed il “rapporto completo“, potete farvi salire la glicemia con questa sequenza di porno-dolci… 😉

Foto di Andrea Moretti

IMG_2591Taken and processed with Cameramatic app.IMG_3816IMG_4679IMG_3775Taken and processed with Cameramatic app.

Avete in mente altri porno-dolci?!?

Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia! Siamo sicuri??

ihatemamas

di Federica Primavori

Il giorno di Santa Lucia per me ha sempre significato l’inizio delle vacanze, o meglio, il loro arrivo! Eh si perché il 13 dicembre si andava (e si va tuttora, non ci sono stati troppi cambiamenti nel calendario scolastico negli ultimi 25 anni!!) ancora a scuola. Eppure la sveglia quella mattina era come quella del giorno di Natale: all’alba, per la brama di correre a vedere quanti e quali regali la Santa avesse lasciato sotto l’albero!! (Grazie mamma e papà) A scuola quel giorno non si parlava altro che dei regali ricevuti e io mi chiedevo come mai a questa ricorrenza non fosse dato lo stesso valore del Natale e dell’Epifania, non capivo perché non la facessero diventare una festa. Ci sono voluti anni ma ho capito!!

01

La tradizione di Santa Lucia, come portatrice di doni, in Italia appartiene SOLO ad alcune province del Nord (Trento, Udine, Bergamo, Brescia, Sondrio, Cremona, Lodi, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Verona). E’ una tradizione moderna, nata negli anni trenta del secolo scorso, secondo cui la Santa, la notte tra il 12 e il 13 dicembre, con un carretto trainato da un asinello volante, consegna i regali nelle case dei bambini (Una Babba Natale insomma!)
02

Diversa è l’immagine di Santa Lucia nell’iconografia tradizionale, in cui è raffigurata con gli occhi su un vassoio e lo sguardo rivolto al cielo. Nella religione cristiana, infatti, la Santa è invocata come protettrice della vista (n.d.r. “Lucia” deriva dal latino Lux  “Luce”). La sua festa liturgica ricorre il 13 dicembre, giorno in cui, prima del calendario gregoriano (in poche parole il calendario attuale, che prevede 365 giorni all’anno, divisi in 12 mesi, e ogni quattro anni un anno bisestile con 366 giorni!!), si celebrava il solstizio d’inverno, che è considerato il giorno della rinascita della luce. Da qui il detto SANTA LUCIA LA NOTTE Più LUNGA CHE CI SIA!! Detto che si rivela errato dal momento che ora il solstizio si celebra il 21 e non più il 13 dicembre!!

03La terza immagine di Santa Lucia è quella legata alle tradizioni scandinave risalenti al Medioevo. Lucia è rappresentata come una bellissima fanciulla vestita di bianco con una corona composta da foglie e sette candele. La tradizione vuole che la mattina del 13 dicembre la figlia primogenita, vestita come la Santa, con tanto di candele accese in testa, vada a svegliare il resto della famiglia portando dolci fatti in casa la sera precedente.

04

Se festeggiate Santa Lucia da sempre come me tramandate questa festa ai vostri figli, è un bel ricordo no?!? O comunque un regalo in più all’anno! Se non l’avete mai fatto, posso solo darvi un consiglio, iniziate, darete ai vostri bambini un giorno in più per sognare!!! 

05

Mamme fate presto, avete solo due giorni per pensare ai regali. Buona Santa Lucia a tutti!!!