Google has the answer

geekgirl

di Stefania Tringali

La fine del 2014 è stata un susseguirsi di che facciamo per capodanno? E di classifiche di ogni genere. Le app più scaricate, i video più visti su youtube, le canzoni più passate dalle radio, i film che hanno incassato di più, i selfie più condivisi, i siti più visitati, le parole più cercate su internet che, nella maggior parte dei casi vuol dire le parole più cercate SU GOOGLE.

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Queste sono le 10 parole che noi italiani abbiamo cercato di più ma, accanto a queste, i cervelloni di Mountain View hanno dovuto creare delle liste per catalogare i nostri numerosi dubbi esistenziali. Se ha bisogno della ricetta per fare un ottimo sugo o per dei tortellini, invece di aprire un libro di cucina, chiamare mammà o cercare direttamente su Giallo Zafferrano, l’utOnto scrive “come si fa il SUGO?” Se qualcuno lo infastidisce, l’uTonto – cosmopolita moderno – non cerca un confronto con il suo antagonista, no, lui cerca su google “come si fa il MALOCCHIO?” Menzione speciale ai perché del 2014, che ci dimostrano che su Gugol cerchiamo le risposte anche a dubbi esistenziali… “perché si SOFFRE?” Eh.. sarei curiosa di saperlo anche io e, proprio per questo, potrei prenotare online una vacanza ascetica, forse durante il mio soggiorno troverò risposta anche alle domanda “perché PIANGO SEMPRE?”.

Capisco che le nuove generazioni siano figlie di Yahoo Answer, ma tutti quelli al di sopra dei 25 anni per la scuola dovevano fare le ricerche su dizionari ed enciclopedie cartacee proprio come me, no? Forse voi avevate un’edizione speciale della Treccani con riconoscimento vocale, indicizzazione rapida, ricerca per parole chiave unite dal simbolo +? Ok, negli anni ’90 io avevo davvero la mia prima enciclopedia digitale, dove potevo davvero fare delle ricerche in modo “moderno”, alcuni lemma avevano addirittura dei video, ma questo non mi ha reso completamente imbecille.

Ok, torniamo al presente: cena tra amici, a fine pasto prendiamo un amaro che viene prontamente sconsigliato al commensale che soffre perennemente di gastrite perché “tu non sai cosa mettono nello Jägermeister!!!O_o No, che ci mettono dentro l’amaro col cervo??? Così inizia la ricerca online. Io scelgo di cercare semplicemente Jägermeister, accanto a me, i giovani bimbiminkia di 35 anni al tavolo con me scrivono sullo smartphone “Cosa c’è Jägermeister?” Ovviamente la mia ricerca restituisce in cima ai risultati il sito ufficiale dell’amaro, le pagine dedicate allo stesso su Wikipedia IT e ENG, lo shop col merchandising autorizzato e altri siti, che definiremo seri, che con un’occhiata rapida mi spiegano che “Jägermeister è un liquore tedesco a base di erbe prodotto in Germania dal 1934 […] La sua antica formula combina ben 56 varietà di erbe, radici, frutti e spezie macerati in alcol, la sua ricetta è un segreto commerciale dall’anno della sua nascita.” Ecco invece i risultati della ricerca con la domanda:

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Tra facebook, blog e forum, il secondo risultato sta sulla Nonciclopedia, che io adoro ma che molti non capiscono nella sua vera essenza: è una parodia di Wikipedia! L’impaginazione e le parole wikia e wiki nell’indirizzo, potrebbero trarre in inganno per 1 secondo e mezzo, ma poi…

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Senza guardare il telefono tra le mani della persona accanto a me, sentendo leggere “Il Jägermeister è una bevanda analcolica che si assume per inserimento anale”, riconosco subito lo stile della nonciclopedia, ma lei, l’uTonta, non si ferma e con convinzione, estrapolando parti di testo continua: tra gli effetti collaterali ci sono l’esplosione netta del testicolo destro, l’ingrandimento forzato dell’orifizio anale, la riduzione dello scroto di circa 100 volte. E mentre gli altri continuano ad ascoltare con grande attenzione, io sbotto: ma questa è la Nonciclopedia!!! Niente, il vuoto assoluto, nessuno aveva idea di cosa stessi parlando… Per loro quella era una descrizione vera, perché sembrava provenire da Wikipedia. #epoimuore Quella sera mi sono arresa, non ho nemmeno provato a spiegare ai miei amici (medico, fotografa, musicista, avvocato) dove stava l’inghippo. A voi, invece, posso dare un link: Modalità di ricerca su Google.

Il punto 3 dice Scegli con cura le parole […] Ad esempio, anziché dire mi fa male la testa, dì mal di testa, che è il temine utilizzato nei siti di medicina.

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