Necrologio Digitale

geekgirlSono poche le certezze al Mondo, anzi, pochissime. Una di queste è che prima o poi, un giorno, non si sa bene quando e come, tutti dobbiamo morire (e lo so che tra il rientro al lavoro e questa gioiosa news sbattuta in faccia di prima mattina la giornata prenderà sicuramente una piega migliore)! 😉 Mentre in alcuni paesi del sud si continuano ad invadere i muri della città con affissioni in bianco e nero, molto più velocemente in rete basta un tweet o uno status di facebook per trasformare quel “muro virtuale” nell’angolo del necrologio digitale.480x270

In rete, si sa, le informazioni corrono veloci, brutte e belle notizie trovano la loro corsia preferenziale per la diffusione tramite i canali sociali. E la libertà espressiva di questo mezzo (tutti possono scrivere tutto…) permette a chiunque di dire la sua. In questo modo, quando qualcuno di “noto” scollina nell’altro mondo, i Social si riempiono di commenti, di omaggi, di video, di canzoni, di ricordi del caro estinto (un po’ perché ci sentono veramente, un po’ per non rimanere fuori dai “trend topic” del giorno), ma anche di commenti stupidi, a volte cattivi, molto spesso rimarcano la notizia lamentandosi degli eccessivi commenti “Vabbè, s’è capito che è morto, e allora?” oppure “Ciò che renderà anche peggiore la notizia della morte di *** è il già tracimante effluvio di banalità lacrimose alle quali io stesso sto tentando di sfuggire.” Ecco, penso che in alcuni casi non ci sia necessariamente bisogno di esprimere la propria opinione, soprattutto se l’argomento non ci sfiora. Penso che in certe situazioni tacere sia la soluzione più intelligente… 775657374899cb90b7aa56830eefcd40

Ma l’intelligenza non appartiene alla maggioranza (altrimenti come Paese non ci saremmo ritrovati in questa bella situazione di m***a!) e durante i giorni di “decessi famosi” (cioè ultimamente molto spesso, poveretti)  la rete pullula di pensieri più o meno profondi, di “lacrimose banalità“, di frasi rubate ai cioccolatini alle quali fanno eco i commenti acidi, i “chi se ne frega” e i lamenti. Certo, i tristi-fans sono tanti, sono invadenti, postano quasi sempre le stesse cose, e sembrano fare a gara a chi posta per primo…ma magari erano davvero “fan” e l’attaccamento delle persone a idoli reali o immaginari è una realtà con la quale non ha senso combattere. Gli haters sono semplicemente rosiconi scassapalle che non riescono a stare zitti nemmeno pagati, ma anche in questo caso ignorare è la migliore soluzione. 480x270 (1)

Dopotutto i social sono dotati di “scroll” infinito…a volte basterebbe andare avanti e non soffermarsi troppo su entrambi. O è una soluzione troppo semplice?!? 😉

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