Dieta (senti)mentale pt. 3

“Le diete iniziano il lunedì e generalmente finiscono il venerdì sera, per ricominciare il lunedì successivo!”

STORIA IN 3 PIATTI E 3 PUNTATE: DIETA (SENTI)MENTALE PT.2

[puntata precedente] “Ahahahahah“, Sandra si fece una grassa risata davanti alla faccia stupita di Linda, che la stava osservando con un misto di stupore, indignazione e perplessità. “Non si vuole sentire dire di no…ahahahah…beh, cara mia, questa si chiama paura e non ha mai portato da nessuna parte…ahahahah…e comunque nella vita qualche no te lo beccherai sempre!” Disappunto totale. “Non fare quella faccia, come pensi di andare avanti nella vita se non ti esponi un attimo? Se non chiedi, se non provi mai ad ottenere quello che vuoi, fosse anche solo per una notte di sesso selvaggio per poi capire che non ne valeva la pena? E rischia, santo cielo, o vuoi stare a dieta tutta la vita sognando ogni notte tiramisù?” – “Veramente i tiramisù non me li sogno…e nemmeno gli uomini al momento. Diciamo che non sono al centro dei miei pensieri, ho altre priorità e preferisco concentrarmi su quelle. Anzi, diciamo pure che prima devo centrare me stessa e capire due o tre cose“. – “Va bene, centrati pure e capisci, la trovo una cosa giusta e sana, ma non prenderti per il culo. Non scappare dalle paure, affrontale.” – “Sìsì, figurati…” Linda bofonchiò qualcosa mentre seguiva con lo sguardo l’amica che si dirigeva nuovamente in cucina; questa volta si avvicinò al frigo, tirò fuori una ciotola e cominciò a riempire due tazze con un miscuglio arancione. Sperò invano che fosse qualcosa di iper-calorico, ma il suo sentore era che si trattasse di qualcosa di iper-sano e con pochi zuccheri.

Sì, aveva paura. Dopo la fine infelice della sua ultima storia aveva deciso di innalzare una piccola barriera anti-uomo a protezione di quel cuore ormai pieno di cerotti e ferite, ma soprattutto di concentrarsi su se stessa: il lavoro, la carriera, il corpo, la vita sana, la meditazione. Lo spazio per la vita sentimentale era stato relegato in fondo all’agenda, che guarda caso era sempre piena e non lasciava spazio a nessun pretendente. Se per anni questa cosa l’aveva riempita di orgoglio, ora cominciava a sentire la carenza di un affetto, di un’abbraccio, di una pomiciata improvvisata…insomma, un po’ come quando a fine cena avresti voglia di una crema catalana e ti portano un sorbetto al limone. Delusione e amarezza. E anche quel pizzico di incazzatura, che va tutto bene, ma il dolce deve essere dolce. “Ecco il dolce meno dolce della tua vita” sfoderò un sorriso e due tazze ricolme di una poltiglia arancione, con la mentuccia in cima, ma sempre poltiglia era. Guardò quella simpatica tazza: sana, colorata, sorridente, buona…eppure non era assolutamente quello che desiderava. E a 30 anni, come a 20, come a 50, i desideri vanno assecondati: che poi la vita finisce e tu sei sempre stata a dieta. E sola.

Senti, ti dispiace se le coppette le rimettiamo in frigo e andiamo a prenderci un tartufo al cioccolato dal siciliano in fondo alla strada? Magari davanti a quello riesco anche a mandare un messaggio a Mario, eh“. – “Mi dispiace tantissimo. Alza il culo da quella sedia vai…“. 😉 [Fine]

GRATTUGIATA DI PAPAYA, PERA, ARANCIA E GINGER DI CUCINAMO

Dieta (senti)mentale pt.2

“Le diete iniziano il lunedì e generalmente finiscono il venerdì sera, per ricominciare il lunedì successivo!”

STORIA IN 3 PIATTI E 3 PUNTATE: DIETA (SENTI)MENTALE PT.2

[puntata precedente] “Mario…Mario è meraviglioso e divertente, ma ha qualche problema…” – “Ma senti chi parla” – manca poco Sandra si strozza – “Miss trovo-i-problemi-a-tutti-pur-di-non-confondermi-con-nessuno” – “Non è colpa mia se ho degli standard alti e nessuno mi convince. Prima di mescolarmi con il primo cretino, preferisco stare da sola.” – “Certo, e stare a dieta di uomini per anni…“. Nel frattempo però la scarpetta nel piatto se l’era fatta, ecco perché Sandra si alzò a toglierlo da sotto alle mani dell’amica, che non gradì completamente la cosa…

Lo vedi che ti fa male stare a dieta? Perché sai di esserlo, ti forzi a non fare certe cose e comunque appena puoi le fai…a cazzo! Non sarebbe meglio adottare un regime di vita sano, senza esagerazioni ma che non ti priva comunque di piccoli piaceri?” – “Parli di cibo o di uomini?” – “Entrambi! Non vedi come ti sei ridotta? Sempre a dieta, sempre senza un uomo, vita sentimentale vicina a quella di un monaco tibetano, ma senza aver raggiunto lo Zen“. “Mi stai facendo chiudere lo stomaco“, brontolò Linda sfoderando il musino da gatto fradicio che miagola fuori dalla porta. In quel momento Sandra si sentì un po’ in colpa per averle detto tutto in maniera così diretta; certo, non era la prima volta, ed in fondo per scuotere quella testona le maniere troppo dolci non avevano mai funzionato. “Ma nooo, vedrai come ti si riapre con questa“, la rassicurò mentre armeggiava tra le pentole e azionava il frullatore. Linda aveva lo sguardo perso nel vuoto, arrotolato in pensieri sconclusionati: la sua vita solitaria da 7 anni, il lavoro, la dieta, Mario e i suoi difetti, l’astinenza da zuccheri che la stava uccidendo, le cosce grosse che non riuscivano a sgonfiarsi, Mario però che palle che fosse così criptico e poco comunicativo, però…forse, quella che non comunicava era lei…lei e le sue stramaledettissime insicurezze.

Crema di asparagi con caprino e yogurt con semini vari” – “Azz e come siamo diventate brave in cucina…certo, formaggio e latticini anche qui, però…” – “La pianti? Dopo c’è anche il dolce per tua informazione.” – “Ottimo!” Mise in bocca un cucchiaio di quel miscuglio verde e bianco…”Lo sai qual è la verità? E’ che non ho voglia di sentirmi dire NO. Non ce la faccio e non ho voglia di espormi. Ecco” [continua]

CREMA DI ASPARAGI, CAPRINO E YOGURT DI CUCINAMO

Dieta (senti)mentale

“Le diete iniziano il lunedì e generalmente finiscono il venerdì sera, per ricominciare il lunedì successivo!”

STORIA IN 3 PIATTI E 3 PUNTATE: dieta (senti)mentale PT.1

Mi raccomando, niente pasta, niente pane e niente roba grassa che sono a dieta da lunedì!

Minchia che palle, ma tutte le settimane inizi una dieta o è sempre la solita che a volte salta come un cd ascoltato su una jeep a 80 all’ora su uno sterrato?

Idiota! Ah, e niente vino, né birra né nulla che somigli vagamente ad un alcolico. E’ la settimana alcool-free!

Pure? Venerdì non mi sembravi tanto free dall’alcool…

Appunto, posso mica bere tutte le sante sere? Dai, fai la brava, non mi ostacolare, che già faccio una fatica porca. Mi vesto e arrivo.

…Sì sì, vestiti e arriva. Pensò a voce alta Sandra, mentre si apprestava a pulire i carciofi che aveva immerso mezz’ora prima in acqua e limone. Certo che Linda si fa un sacco di paranoie per quel corpo, è una cosa allucinante; e la dieta e i drenanti e i massaggi e la palestra…una fatica enorme per mantenersi e poi si lamenta che comunque non trova mai nessuno…mah! Comunque il problema del menù light non si era nemmeno posto, anche Sandra era a dieta, già da un mese, che per una incostante come lei era un traguardo incredibile. Aveva anche iniziato a fare pace con le verdure, che solitamente non mangiava molto volentieri, bastava renderle interessanti, e saporite, che se leviamo anche il sapore al cibo che cosa mangiamo a fare? Lo aveva imparato guardando la sua amica Erika, una maga della cucina: prendi il carciofo, taglialo a metà, con il cucchiaino da caffè leva i pelucchi dentro e poi taglialo in maniera fine e regolare con un movimento ritmico e costante. Ipnosi culinaria, rotta soltanto dalla voce di Erykah Badu in sottofondo e da qualcos’altro che bolliva nella pentola accanto. Vuole la cena salutista e io gliela faccio…pensò, sorseggiando Pinot Grigio dal suo calice rubato al ristorante sotto casa. DRIIIINNN

Visto? Stasera sono stata anche puntuale! Ho fame

Ci credo, non mangi nulla e ti sfondi in palestra…lo sai solo te come fai a reggere

Ho degli eccessi da consumare. E non è vero che non mangio, mangio sano. Che bolle in pentola?” Allungò una mano sui fornelli ma venne prontamente ripresa: “Butta giù le zampe e siediti. Piuttosto, dimmi come si è conclusa la serata con Mario venerdì…” –  “Come vuoi si sia conclusa, lui a casa sua e io a casa mia. Ciao ciao, buonanotte, amici“. Sandra la guardò con disapprovazione scuotendo la testa, per tutta risposta Linda tirò su le spalle con un sorriso a mille denti. Com’era possibile che la sua amica intelligente, simpatica e discreta non riusciva a concludere mai nulla con nessuno? Ed era pure perennemente a dieta? Questa cosa non torna “Siediti vai, intanto cominciamo da qui: segato di carciofi con burrata” – “Burrata? Non è propriamente dietetica…” – “Non rompere le palle, magia e spiegami perché non è successo nulla con Mario“. [continua]

Segato di carciofi con burrata di cucinamo

Mangiami! 3 sfumature di cacao pt.3

“Se nessuno ti vede mentre lo mangi, quel dolce non ha calorie”.

STORIA IN 3 PIATTI E 3 PUNTATE: MANGIAMI! 3 SFUMATURE DI CACAO PT.3

[] “Il marketing è una disciplina così fredda…io sono molto più orientata alla soddisfazione del cliente tramite una cura del rapporto diretto, lo trovo più personale…“. Soddisfazione. Rapporto. Personale. Le tre parole in sequenza continuavano a risuonare nella testa di Vito in un loop pericoloso che cominciò ad accendergli strani pensieri in testa. Varcare la soglia, andare dietro al bancone, afferrarla per la vita e far scivolare via quel grembiulino a pois, così da poter affondare la faccia tra quelle tette giganti, e poi portarla nel laboratorio, dove sarebbe iniziato un gioco erotico tra creme e impasti, in un tripudio di sensi, mani, dolci, bocche…e perché no, un bel bombolone al cioccolato. Ritornò alla realtà solo quando il rumore dello sportello che si apriva gli fece notare che Agnese stava uscendo dal banco, aveva delle chiavi in mano, forse quelle del frigo (ma da quando in qua esistono frigoriferi chiusi a chiave…in una pasticceria?).

Vediamo di accontentarti. Ho in mente qualcosa di speciale…per farti fare bella figura con tua sorella“. Lo guardò un secondo dall’alto in basso e poi fece una risatina. Solo in quel momento Vito si accorse di avere una matita in tasca, la sua, che era in vena di complimenti, molti complimenti, quasi un’ovazione quando si fermò sul lato B di Agnese, che nel frattempo aveva chiuso la porta del negozio a chiave. Dette una rapida occhiata all’orologio: forse era già ora di chiusura? No, erano appena le sei…una vampata di calore lo fece arrossire, quando se la ritrovò davanti, a distanza ravvicinata: “Se vuoi seguirmi ti mostro il mio regno! In laboratorio ho tantissime cose appena sfornate, magari ne scegli una e te la decoro sul momento. Posso fare qualcosa di veramente speciale…” Ansia. “Non vorrei disturbare troppo, magari quei cupcake al cioccolato possono andare bene“. “Perché accontentarsi dei cupcake quando puoi avere un dolce pensato apposta per te“. “Eh, già, perché…“. La seguì, trascinato da quella figura smaliziata e provocante che lo aveva intortato nel giro di dieci minuti a suon di dolci, sguardi e doppi sensi. Forse voleva davvero fargli scegliere una torta…ed in effetti, appena entrato nel laboratorio, fu investito da un’ondata di vaniglia, cioccolato, fiori d’arancia e cannella. Era tutto bianco con degli accenti di rosa, come il grembiule, pieno di barattoli con polveri, granelle e chicchi colorati; pan di spagna, bignè, cupcake appena sfornati e impasti in lavorazione. Stordito dagli odori e dalla situazione surreale non si accorse di Agnese alle sue spalle: era appoggiata dalla sua schiena, la bocca si avvicinò pericolosamente al collo, vicino all’orecchio…”Cosa vuoi cominciare ad impastare?” [Fine]

cupcake con musse al cioccolato al latte e gocce di cioccolato fondente di cucinamo

Mangiami! 3 sfumature di cacao PT.2

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“Se nessuno ti vede mentre lo mangi, quel dolce non ha calorie”.

STORIA IN 3 PIATTI E 3 PUNTATE: MANGIAMI! 3 SFUMATURE DI CACAO PT.2

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[] Il suo silenzio e l’evidente imbarazzo stava cominciando a divertirla. Vito avrà avuto più o meno la sua età, anche se ne dimostrava di meno. I capelli scuri vagamente scarruffati, gli occhi nerissimi e quel naso aquilino gli davano un’aria particolare; non era alto, anzi, decisamente una mezza sega, ma ad un rapido sguardo, da sotto ai jeans e alla maglietta azzurra, sembrava tutto a posto. Lo sguardo forse non era stato così rapido, lui cominciò a tossire e solo allora Agnese si scosse, fece un sorriso languido e con una giravolta ritornò al frigo, forse piegandosi in avanti un tantino più del dovuto…

Dunque, niente torta croccante…vediamo un po’ cosa posso darti per accontentare…tua sorella…

Scorreva con lo sguardo in su e giù, ondeggiando il bacino a tempo della musica che fuoriusciva senza disturbare dalla sua cassa amplificata rosso ciliegia. Vito si stava cominciando ad agitare, un’agitazione piacevole, un misto di imbarazzo ed eccitazione difficile da decifrare. Insomma, Agnese avrebbe alimentato le fantasie di chiunque anche solo stando ferma dietro al bancone. Con tutta questa scena, era difficile contenersi. Si avvicinò al bancone, appoggiandosi al ripiano bianco della cassa.

Proviamo con qualcosa di più morbido” – si girò di scatto, quasi sorpresa di trovarlo improvvisamente così vicino, ma non si scompose – “Pan di Spagna al cioccolato bagnato da un leggero liquore ai frutti di bosco, alcolico quanto basta per alleggerire la serata, un solo strato di crema al cioccolato amara, il tutto ricoperto da una morbida glassa al cioccolato al latte e impertinenti mandorle tostate…che dici?

Dico che potrei stare ad ascoltarti per ore mentre parli di dolci senza riuscire a scegliere cosa portare a casa“. O cazzo, sto flirtando! Fu il primo pensiero, ma gli era scappata così, spontaneamente; cercò di ricomporsi “Non so se sia un’ottima idea di marketing…“. Gli occhi di Agnese si trasformarono in lame luminose e sorridenti, se lui voleva stare al gioco, lei avrebbe giocato. [continua]

Pan di spagna al cioccolato con glassa al cioccolato al latte e mandorle di cucinamo

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Mangiami! 3 sfumature di cacao

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“Se nessuno ti vede mentre lo mangi, quel dolce non ha calorie”.

storia in 3 piatti e 3 puntate: Mangiami! 3 sfumature di cacao

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Che cosa vuoi?” – Disse Agnese ammiccando da dietro al bancone con il suo solito rossetto rosso.

Che cosa fai?” – Rispose l’uomo, vagamente intimidito. – “Volevo dire…cosa hai?” – Ritrattò, scuotendo la testa.

Era difficile non rimanere stregati da Agnese e dal suo modo di porsi: occhio a cerbiatto con lunghe ciglia, bocca grande, quasi sempre dipinta di un rosso dispettoso, ed un decolletè importante che, anche se coperto dal grembiule sbarazzino a pois rosa, si intravedeva benissimo. Agnese avrebbe flirtato anche con le fruste dello sbattitore, e molto probabilmente lo faceva davvero, ammaliatrice per vocazione, seduttrice per natura e dispettosa dalla nascita. Tutto un gioco il suo, ed anche una tecnica di marketing per attirare clientela nel suo laboratorio di pasticceria, il suo mondo glassato fatto di creme, cacao, frutta e combinazioni di ogni genere. Basta siano dolci. “Mangiami“, questa l’insegna della sua boutique degli zuccheri aperta da appena 6 mesi, un sogno diventato realtà. Non avrebbe potuto trovare nome migliore…e lo sapeva benissimo.

Faccio quello che vuoi…tranne dolci senza zucchero. Se dobbiamo peccare, dobbiamo farlo bene. E i dolci senza zucchero, non sono dolci. Dico male?” Su quel dico male si sporse ancora di più verso il suo primo cliente della giornata. Però, brutto brutto non era, anzi, a guardarlo bene…

Cioccolato. Qualcosa con il cioccolato…Mia sorella adora il cioccolato” rispose rapidamente facendo un passo indietro, visibilmente a disagio.

Ah, la vita è come il cioccolato…è l’amaro che fa apprezzare il dolce, caro mio” – si gira verso la vetrina alle sue spalle – “Che ne dice di una torta golosa di cioccolato fondente, con una base di biscotto croccante al cacao amaro al 70% coperta da una morbida crema che si scioglie in bocca ricoperta da una glassa croccante amara, frutti di bosco che danno quel tocco fresco e nocciole tostate a decorare…

Vito cominciò ad agitarsi. Nella sua testa era passato di tutto, tranne il dolce che Agnese le stava mostrando…[continua]

torta al cioccolato di cucinamo

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Fine servizio PT.3

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“Il cameriere non è colui che porta i piatti, è quello che ti deve far star bene quando sei a cena fuori”

STORIA IN 3 PIATTI E 3 PUNTATE: FINE SERVIZIO PT.3

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[…] In effetti, l’unica volta che io e Dario ci siamo “presi”, in un attimo di sbilanciamento ormonale fomentato da qualche bicchiere di troppo, non avevo ancora cominciato a lavorare all’Osteria Dei Folli. Quindi tutto era concesso, anche se la sparizione tra gli ulivi durante il matrimonio di Aldo non è stata una mossa elegantissima, ma sai com’è la luna, le stelle, la piscina, la musica, le bollicine…e poi a me piaceva, con quegli occhi verdi un po’ furbetti, il capello scuro acconciato a caso, quelle braccia bianche poco scolpite ma decorate come un vaso greco…

Fiuuuu”.

Mi giro verso la sala, poi verso il capo e di nuovo verso quel gigante dalla faccia di ghiaccio accompagnato dalla tettona bionda che pare essere sua moglie.

No, ma mi ha sul serio chiamata con un fischio? Io non ci posso credere…

Intanto l’energumeno si sbraccia. Avanzo a passi pesanti verso il tavolo, indosso il mio sorriso più falso per andargli incontro, nonostante il mio vero intento sarebbe quello di tirargli un destro dritto in faccia, così, senza troppe spiegazioni.

Conto”.

Giro i tacchi dopo avergli fatto un rapido cenno di assenso con la testa.

Capooo…il contooo…così si levano di torno e noi si mangia!

La cena, la nostra cena, è in fin dei conti il momento che preferisco. Oddio, quando si cena all’una di notte mi sale il nervoso, ma è comunque un momento sacro, familiare: quello in cui ci possiamo concedere il lusso di sederci, mangiare, chiacchierare, scambiare pareri sulla serata, sui clienti, sulla vita e sulle cazzate, magari con mezzo bicchiere di vino davanti. E si ride…quante risate mi sono fatta in questo posto con questi disgraziati, anche quando partivamo a parlare di massimi sistemi finivamo comunque col disquisire di topa…e anche col capo, che è di legno, ma in fondo ci vuole bene come i figli che non avrà mai. Mi sale un nodo alla gola mentre sto per infilzare la mia polpetta (niente uova, alla fine ci sono toccate polpette): non sarà facile dirglielo e mi mancheranno. Tantissimo. Ma la vita è fatta di scelte e io, ormai, ho scelto.

Stai ancora pensando a quel cretino?” Mento spudoratamente: “No no, ho smesso“. [Fine]

polpette al sugo di cucinamo

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Brutti ma Buoni

tegamiescarpette

Brutti ma buoni. Un po’ come i bruttini che conquistano, perché l’essenza non sta nell’estetica ma nel sapore. Negli ingredienti, nel profumo, nella consistenza tosta che è un attentato alla dentatura ad ogni singolo morso. Però sono boni. E sono brutti, ma chi se ne frega. “Brutti ma Buoni” sono quelli del nord (Lombardia), “Brutti e Buoni” quelli del nord, però un po’ più in là (tipo in Piemonte). In Toscana, precisamente nel pratese, ci piace essere stringati, diretti e incisivi: li chiamiamo BruttiBoni, tutto-attaccato, e ci mettiamo anche parecchia roba in meno dentro. Alcuni li fanno cuocere prima in padella e poi in forno, altri li spolverano con lo zucchero, l’importante è che si riempiano di rughe fino a che la superficie non si spacchi, come tante piccole crepe che ne deturpano la rotondità. Ma non importa, sono boni. E sono duri: pensa che un tempo per la preparazione dei “brutti boni” al posto delle mandorle si utilizzava il nocciolo delle pesche e delle susine (e poi le crepe ti venivano in faccia quando ti sforzavi di romperli con i denti). Per questo si accompagnano bene con il Vin Santo e si vendono insieme ai fratelli Cantuccini. Perché è vero che si mangia anche con gli occhi, ma non ghettizziamo le pietanze brutte, perché sotto al brutto c’è spesso il bono!!!

BruttiBoni di Cucinamo (e anche du’ cantuccini nel mezzo)

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Erano veramente BONI! Carolina è anche su instagram, a farvi venire fame e idee alle ore più impensate del giorno (tipo a me ogni volta che ho fame e il frigo vuoto…cioè sempre)! 😉

In castagna

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Con la prima domenica di pioggia o di freddo in via Calzaiuoli a Firenze appare lui: l’omino delle caldarroste. E’ il vero segnale che l’estate è andata in letargo, che è il momento di fare il cambio degli armadi, che l’autunno si infila sotto alle coperte e che tra meno di 80 giorni sarà Natale (ve l’ho fatta venire un po’ di ansia, vero?) Le castagne sbruciacchiate, bollenti, servite nel doppio sacchetto di carta (uno per le castagne e uno per le bucce) diventano i pop corn di intrattenimento per svogliate passeggiate nel centro città o il regalo da portare sul divano di casa, sul quale finire la giornata opportunamente arrotolati tra le coperte. Dopotutto sono caloriche, senza glutine ma piene di zuccheri; le castagne arrostite sono più caloriche di quelle bollite e con le castagne ci si fa anche la farina con la quale a sua volta ci si può fare di tutto. Ecco, io mi sono già affaticata al solo pensiero, credo che scenderò dall’omino delle caldarroste…

Mi è poi venuto un dubbio: ma i marroni e le castagne, sono la stessa cosa? Mi sono informata: la castagna è il seme della pianta selvatica e marrone quello dell’albero coltivato. Le castagne hanno forma e dimensioni sempre variabili, mentre i marroni presentano caratteristiche più standardizzate e sono più pregiati e costosi. Giustamente…i marrONI son più grossi! Sarà per questo che si dice “Non mi rompere i marroni” e “Prendere in castagna“?!? 😉

castagnando (ricette a base di castagne) di cucinamo

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Carolina posta continuamente foto sul suo profilo instagram. Io ogni volta che lo guardo ho fame 😉